Primario perseguitato dai parenti
di un paziente: «Opera mio fratello
o dì addio alla tua bella casa...»

Lunedì 22 Giugno 2015 di Luca Ingegneri
Primario perseguitato dai parenti di un paziente: «Opera mio fratello o dì addio alla tua bella casa...»
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PADOVA - Furono giorni terribili quelli vissuti nel giugno 2013 dal direttore del Centro trapianti epatici dell’Azienda ospedaliera Umberto Cillo. Il luminare venne raggiunto da un insieme di minacce gravi e pericolose da parte dei parenti di un paziente in attesa di trapianto, collegate alla perfetta conoscenza di dati sensibili, riferiti anche ai suoi familiari. Le gravi accuse hanno trovato puntuale riscontro nel pronunciamento del Tribunale di Padova: cinque le condanne per stalking ai danni del primario.



Le sorelle e il cognato del paziente si recavano tutte le mattine in ospedale e accerchiavano il primario e i suoi quattro assistenti. «Ha finito di vivere se entro un’ora e mezza mio fratello non viene messo in lista per il trapianto. Se la decisione è collegiale il problema è suo, è lei il primario...dovrà dire addio alla sua famiglia e alla sua bella casa». Queste le parole pronunciate al telefono da uno dei familiari coinvolti e condannati. Una delle sorelle del paziente aveva persino assoldato il compagno, di origini albanesi, e un connazionale per pedinamenti, appostamenti sotto casa, minacce esplicite.





Ultimo aggiornamento: 09:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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