Sissi Zhan e i video sui luoghi comuni rivolti dagli italiani ai cinesi: «Sui social uso l'ironia per vincere gli stereotipi»

Domenica 11 Febbraio 2024 di Iris Rocca
Sissi Zhan e i video sui luoghi comuni rivolti dagli italiani ai cinesi: «Sui social uso l'ironia per vincere gli stereotipi»

PADOVA«Si dice che i cinesi siano tutti uguali. Forse così non è, se i ragazzi riuscivano a riconoscermi per Padova anche con la mascherina». Sorride Shiqi Zhan, per tutti Sissi, socchiudendo gli occhi a mandorla e sfatando l’ennesimo luogo comune. Un’attività che le riesce spontanea e congeniale, tanto da rendere la 24enne un punto di riferimento del web proprio per l’ironia sui tanti cliché con i quali l’Occidente si rivolge all’Oriente.

Come è iniziato il suo percorso sui social?
«Per caso, facendo un video comico sulla pronuncia della erre. Incontravo spesso persone che si sorprendevano sentendomi parlare normalmente in italiano. D’altronde sono nata a Padova, a Camposampiero, e ho trascorso tutta la vita qui, a Campodarsego».

Si è tolta un sassolino dalla scarpa?
«Le polemiche non sono nella mia natura, ma alle volte certi luoghi comuni, anche i più banali, possono ferire chi ne viene colpito. Con il mio sfogo mi sono divertita a sottolinearlo alla mia maniera: ironica, ma riflessiva».

Eppure sembra molto a suo agio in video...
«Il mio sogno era fare l’attrice, anche se nella cultura cinese l’arte è considerata un po’ un fallimento per chi non riesce a studiare materie più nobili, come economia o giurisprudenza. Io mi sono sempre sentita dire dai compagni delle superiori che ero la comica del gruppo e ho pensato di fare entrambe le cose: studiare e mettermi davanti all’obbiettivo, per interpretare me stessa».

Lo studio è parte della sua carriera?
«Direi di sì. Dopo il diploma in ragioneria mi sono iscritta al corso di laurea in Advertising e marketing allo Iusve a Mestre, dove frequento il secondo anno. Ma in generale ritengo che per muoversi nella rete si debba essere preparati. Così appena ho iniziato a smanettare, nel 2021, da determinata Capricorno, ho studiato come funzionassero i social network attraverso tutorial e corsi online sul marketing. Anche ora mi aggiorno sulle tendenze del mondo social che giungono dall’Oriente».

Pensava di poter diventare una content creator o un’influencer?
«No, mi incuriosiva iniziare a lavorare nell’ambito, dietro le scene. I miei primi video sulla cultura cinese, girati di getto, sono diventati immediatamente virali su TikTok. Più postavo e più crescevo e riemergeva la mia passione per la recitazione».

Mai nessuna litigata con gli haters?
«Non mi va di discutere con chi crede agli stereotipi, preferisco strappare un sorriso, però sensibilizzando su questi temi. In molti mi ringraziano perché li faccio ridere e star bene. Ho molti follower (seguaci, ndr) cinesi e questo mi fa piacere perché sono apprezzata da entrambe le mie comunità. Chi prende in giro i cinesi lo trova divertente, ma magari noi non ne siamo felici».

Quale è stato l’episodio che più le ha fatto capire che c’era bisogno di scardinare certe strutture mentali degli italiani?
«Una volta con un amico content creator con disabilità abbiamo pensato di girare un video prendendoci in giro a vicenda. Chi commentava il video se la prendeva con me sommergendomi di critiche negative, disprezzando le mie frasi politicamente scorrette, mentre quelle che mi rivolgeva lui non venivano neppure colte. Quasi fosse comune rivolgere un certo genere di battuta agli asiatici o fossero normalizzati certi cliché sui cinesi».

A Padova trova molta chiusura?
«Talvolta le persone più anziane mi trattano come una straniera e si stupiscono dei miei modi occidentali. Ma è solo perché non conoscono molte persone come me. I miei coetanei hanno tutt’altro atteggiamento. Io mi considero fortunata perché parlo perfettamente due lingue molto diverse e conosco due culture così lontane. Le tengo vive entrambe e cerco di migliorare gli aspetti che non mi piacciono».

Della Cina cosa non le piace?
«In generale non amo la grande competitività diffusa nel popolo. È l’unico aspetto nel quale non mi rivedo, mentre da piccola detestavo anche andare al pomeriggio al corso di cinese per imparare a scrivere gli ideogrammi. Ora invece mi piace poter godere di entrambe le culture. Un po’ come con il cibo: a casa acquistiamo prodotti cinesi e sperimentiamo anche piatti nuovi cucinandoli alla maniera italiana. Ne esce un cibo “cinesato”. Mi piacerebbe prendere coraggio e uscire di casa un giorno con uno dei miei abiti tradizionali cinesi: magari riprendendo le reazioni delle persone».

Come ha festeggiato il Capodanno e l’inizio dell’anno del Drago?
«L’ultimo dell’anno sono stata in famiglia, attorno a un piatto di pesce che non abbiamo consumato, perché è di buon auspicio mangiarlo il giorno dopo, col nuovo anno. Abbiamo cenato con i ravioli, che simboleggiano il denaro vista la somiglianza della forma a barchetta con il soldo cinese. Ci siamo donati pacchetti rossi e augurati ancora una volta tanta fortuna. In Italia, in Cina o ovunque sarà».

Ultimo aggiornamento: 17:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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