Il pianista fuori posto Zanarella si racconta: «Dalle multe al successo»

Giovedì 11 Gennaio 2024 di Germana Cabrelle
Il pianista Paolo Zanarella assieme alla figlia Rachele

CAMPO SAN MARTINO - Un pianista si esibisce generalmente sopra il palcoscenico di un teatro o nello spazio dedicato di un locale, in qualche caso eccezionale nel corner fortuito di una stazione ferroviaria di grande transito. Mai però prima del maestro Paolo Zanarella, era capitato di vedere un artista suonare sollevato da terra a 20 metri di altezza sul Canal Grande, sulle Dolomiti o sulle spiagge italiane. L’idea geniale di esibirsi fuori posto, ossia da solista e al di fuori dei contesti tradizionali classici e consoni per un pianoforte a coda, è stata proprio di Paolo Zanarella che una quindicina di anni fa ha deciso di attrezzare un automezzo per il trasporto del suo inseparabile strumento e dedicarsi a ciò che ama fare di più e che considera l’essenza della sua vita, prima ancora che il suo principale talento: suonare per tutti, in tutti i luoghi possibili e immaginabili. 
Da lì ha preso via il format dal nome eloquente “Il pianista fuori posto” che in quattro parole riassume in cosa consiste l’attività di questo originale musicista: suonare ovunque, improvvisando brani a disposizione del pubblico che con un’offerta libera concorre alle spese di organizzazione dei singolari eventi. 
Agli inizi fioccavano multe per occupazione di suolo pubblico o mancate autorizzazioni per richiesta di plateatico agli enti preposti. Ma Paolo Zanarella non si è mai scoraggiato e tanto meno arreso: ha continuato a esibirsi, a programmare le sue uscite insolite, allargando non solo il bacino di utenza - in quanto grazie al passaparola virtuoso tutti erano incuriositi dai suoi spettacoli - ma anche il repertorio di brani e l’offerta culturale che attraverso il suo pianoforte propone. 
Paolo Zanarella, 55 anni, ha tre figli: la primogenita è diplomata in pianoforte e insegna musica, la seconda ha frequentato l’accademia teatrale a Milano e insegna teatro e il terzo lavora nel mondo dei social network. La biografia di Paolo racconta che proviene da una famiglia di artigiani. Fin da piccolo si appassiona alla musica ma non ha mai conseguito titoli accademici in materia musicale. Fin dagli anni della gioventù ha scritto, composto e prodotto musical, firmato spettacoli che ha reso itineranti negli oratori del circondario, promosso concerti musicali tutti di grande successo. Poi, la svolta. Complice un momento professionale in cui l’attività di famiglia non gli dava più le soddisfazioni che cercava, come di sua indole si è rifugiato nella musica, abbracciandola completamente. Noncurante degli incerti inizi, con perseveranza e impegno ha continuato a concentrarsi con dedizione al suo nuovo progetto, che via via prendeva contorni sempre più nitidi e sempre più apprezzati dal grande pubblico. 
 

Non ha mai perso di vista il suo focus e ora “Il pianista fuori posto” è un marchio registrato e conosciuto sul panorama nazionale e internazionale. Paolo, lei come si definisce? 
«Non sono un artista di strada, bensì un artista in strada. Nel senso che suono ovunque, anche in strada. Soprattutto vengo chiamato per eventi, inaugurazioni e ogni tipo di occasione dove la musica crea magia». 
 

Svolge questo mestiere come attività principale? 
«Sì. Sono riuscito a trovare la formula per fare in modo che lo sia, integrando altre attività inerenti la musica». 
 

Ad esempio? 
«Da qualche anno ho lanciato “Piano benessere” che consiste letteralmente nello stendere una persona direttamente sopra il pianoforte e io improvviso la musica che percepisco. Ciò crea un rilassamento profondo». 
 

Suona sempre senza spartito davanti al suo pubblico? 
«Sì, perché non mi serve. Ho il dono di riuscire a trasformare immediatamente la musica sui tasti. E quando suono brani da me composti non ha senso che li legga. Anche perché improvviso molto». 
 

Qual è stato il posto più… fuori posto dove si è esibito? 
«Ho suonato ovunque, sopra una diga in montagna, sospeso in aria e anche su una barca nella laguna di Venezia, però la più singolare esibizione è stata a Santa Lucia di Piave, in un freddo dicembre del 2009, davanti agli asini esposti a una fiera agricola». 
 

Cosa direbbe a un giovane che ama la musica e vuole seguire il fuoco sacro di questa arte sublime? 
«Di seguirla, a patto che la ami veramente. Perché tutti dicono “anch’io vorrei”, ma pochi dicono “lo voglio”».
 

Finora la sua produzione come si è articolata? 
«Ho inciso 7 cd di musica personale e una serie di video scaricabili da You Tube tra cui il docufilm “Dinamic Music” sul mio percorso artistico. Nel 2015 ho pubblicato un libro autobiografico per Cairo Editore dal titolo “La musica di un sogno”». 
 

In cosa è impegnato adesso? 
«A breve uscirà il mio secondo libro, che sarà un romanzo interamente dedicato alla musica. Può anticiparci il titolo? “Piano”. È un viaggio dell’anima con il linguaggio della musica attraverso le esperienze personali maturate in questi 15 anni».
 

Ultimo aggiornamento: 17:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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