Maurizio Pollini è morto: il più grande musicista italiano aveva 82. Chi era

Una carriera eccezionale iniziata nel 1960

Sabato 23 Marzo 2024
Maurizio Pollini è morto: il più grande musicista italiano aveva 82. Chi era

Maurizio Pollini è morto: il pianista celebre fin dal 1960 aveva 82 anni.

Ne dà notizia il Teatro alla Scala di Milano, che «piange» la sua scomparsa, «uno dei grandi musicisti del nostro tempo e un riferimento fondamentale nella vita artistica del Teatro per oltre cinquant'anni», si legge nella nota del Teatro milanese.

«Il Sovrintendente Dominique Meyer, il direttore musicale Riccardo Chailly, i professori dell'Orchestra e i lavoratori scaligeri sono accanto alla moglie Marilisa, al figlio Daniele e a tutta la famiglia. La camera ardente del Maestro Pollini si terrà al Teatro alla Scala. I dettagli saranno comunicati prossimamente», conclude la nota.

Uno dei suoi ultimi concerti a roma risale al 2022 quando, dopo un "vuoto di cinque anni, suonò per l'Accademia di Santa Cecilia. Il più grande pianista italiano si esibì all’Auditorium Parco della Musica dopo la forzata cancellazione a causa della pandemia di ben tre date previste nel 2020. Alla ribalta da più di sessant’anni, quando nel 1960 vinse diciottenne il concorso Chopin, il maestro milanese è ammirato in tutto il mondo per la profondità delle sue letture e la vastità del repertorio affrontato. Alfiere della musica contemporanea, ha sempre mantenuto un grande interesse per il repertorio romantico e del primo Novecento, senza però dimenticare quello settecentesco. I suoi concerti sono sempre dei viaggi nel pensiero musicale degli autori affrontati, restituiti al pubblico con lucidità magistrale.

Due anni fa il suo ritotrno venne dedicato a tre compositori fra i più amati da Pollini, con la Bagatella in mi bemolle maggiore op. 126 n. 3, la monumentale Sonata op. 101 di Beethoven e la Fantasia op. 17 di Schumann, mentre la seconda parte del concerto è dedicata all’amato Chopin con la Mazurca op. 56 n. 3, la Barcarola op. 60, la Ballata n. 4 op. 52 e lo Scherzo n. 1 op. 20. Negli ultimi anni - scrisse Luca Della Libera sul Messaggero - l’approccio di Pollini con il compositore polacco è diventato più libero, mentre sono immutati la capacità analitica e l’approfondimento timbrico.

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