Cede il carrello elevatore e precipita da sei metri, Giovanni muore a 35 anni

Mercoledì 19 Agosto 2020 di Cesare Arcolini
Giovanni Manente
MASSANZAGO - Era tornato domenica sera dalle ferie. É morto ieri dopo un giorno di agonia a seguito di un grave infortunio sul lavoro. La vittima si chiamava Giovanni Manente. Aveva 35 anni, festeggiati da qualche giorno, e viveva in via Marconi. Lascia nello strazio la mamma Marisa e una sorella che da tempo si è trasferita in provincia di Treviso. Il padre dell’operaio era tragicamente scomparso un anno fa. L’infortunio sul lavoro che ha portato al decesso del trentaduenne si è consumato lunedì mattina a Breganze, nel Vicentino. Con due colleghi di lavoro della ditta di Massanzago “Oscar Luisetto servizi ecologici” la vittima di buon mattino si è recato in un capannone dedito alla produzione di macchinari agricoli in via Laverda.
LA DINAMICA
Doveva effettuare lavori di manutenzione. Ad un tratto è salito su un carrello elevatore. Pare che la struttura su cui si trovava abbia improvvisamente ceduto. Il trentacinquenne, che come da copione era stato imbragato proprio per garantirsi la necessaria sicurezza in caso di caduta, ha sbattuto violentemente a terra rimanendo in parte schiacciato da parte della piattaforma su cui stava lavorando che è crollata al suolo. Sul posto in pochi minuti si sono portati oltre ai carabinieri e ai sanitari anche il personale dello Spisal. Il ferito è stato accompagnato in condizioni disperate all’ospedale San Bortolo di Vicenza. Ieri, nonostante ogni tentativo di salvarlo, è sopraggiunto il decesso. I familiari hanno dato il loro assenso all’espianto degli organi. Il suo datore di lavoro Oscar Luisetto è apparso distrutto per quanto capitato: «É morto un bravo ragazzo, un operaio formato, perfetto per il lavoro che doveva svolgere. Era, e non lo dico per retorica, una delle nostre migliori pedine». Sulla dinamica dei fatti ha aggiunto: «Quando si ribalta una piattaforma e caschi nel vuoto per sei metri è praticamente impossibile uscirne vivi».
Lunedì mattina Luisetto è rimasto in azienda. É stato uno degli ultimi a vedere l’operaio: «Mi ha detto che in vacanza era stato molto bene, che era felice di tornare in servizio. Viveva la nostra realtà come una grande famiglia, era amato da tutti, un ragazzo carico di interessi che non meritava una fine così tragica». Per tutta la giornata di ieri i familiari di Giovanni Manente sono rimasti al capezzale del trentacinquenne sperando in un miracolo, ma le sue condizioni sono rimaste gravi per poi peggiorare in maniera netta fino al decesso. La vittima era un grande appassionato di pesca, la sua specialità era la pesca alla carpa. Era stato anche un appassionato del mondo dei boy scout. Non era sposato, ma in cuor suo desiderava appena possibile costruirsi una famiglia. Tutti sogni svaniti in una mattinata di metà agosto. Non è stato ancora stabilito con esattezza cosa abbia provocato la rovinosa caduta. Se in un primo momento sembrava più probabile un guasto meccanico, nelle ultime ore si starebbe facendo largo l’ipotesi del tragico errore umano. «Il mio dipendente era una persona molto accorta - ha concluso il titolare Oscar Luisetto - non posso pensare che abbia commesso una leggerezza. Ora tutti noi non possiamo far altro che pregare per lui e per i suoi cari straziati da una grave perdita». Sconvolto per la notizia anche il sindaco Stefano Scattolin: «Piangiamo un ragazzo che è morto mentre stava compiendo il proprio lavoro. Un aspetto che rende ancor più triste la grave perdita di un nostro concittadino. Siamo a disposizione dei suoi familiari per qualsiasi cosa. A nome di tutti i miei colleghi amministratori, desidero manifestare la mia vicinanza e il mio cordoglio alla madre, la sorella e a tutti coloro che in questi anni hanno voluto bene a Giovanni». La notizia del decesso ha sconvolto decine di amici della vittima che in questi anni avevano imparato ad apprezzarlo.
Cesare Arcolini
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Ultimo aggiornamento: 08:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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