Migranti, i sindaci di centrosinistra dicono no a maxi centri in Veneto

Alla festa dell'Unità si sono confrontati Sergio Giordani, Giacomo Possamai e Damiano Tommasi

Lunedì 18 Settembre 2023 di Alberto Rodighiero
Possamai, Giordani, Tommasi

PADOVA - A Padova vanno in scena le «prove tecniche del Partito dell'A4». Ad evocare questa inconsueta formula "autostradale" per un progetto politico è stato, la scorsa primavera, il primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori che, dopo il ballottaggio vicentino ha commentato: «Con la vittoria di Giacomo Possamai (a Vicenza, ndr) si completa l'asse che lungo l'A4 vede tutti i capoluoghi, da Milano a Padova, governati dal centrosinistra». A poco più di tre mesi di distanza a fare il punto sul "ramo veneto" del partito dell'A4, hanno provveduto, ieri sera dal palco della Festa dell'Unità "Bella Ciao" al parco Milcovich a Padova, il sindaco della città del Santo Sergio Giordani, il primo cittadino veronese Damiano Tommasi e, appunto Possamai che, assieme alla segretaria provinciale del Partito democratico (e sindaca di Rubano) Sabrina Doni, si sono confrontati sul tema: "Sei la mia città.

La politica vicina alle persone". Un ragionamento che è partito, per forza di cose, da una domanda: in una regione tradizionalmente di centrodestra, il centrosinistra come può proporsi come alternata credibile non solo nelle città, ma anche a livello regionale?

I programmi

«Una cosa deve essere chiara - ha permesso nel suo intervento Possamai - noi non siamo qui per fare opposizione alla Regione, non è il nostro compito. Semmai, siamo qui per proporre dei temi forti con i quali guardare al futuro del nostro territorio». Temi che spaziano dall'ambiente, alla sanità, la casa, il trasporto pubblico, passando sulla grande questione legata al governo dell'immigrazione. «Su questo ci piacerebbe che da Roma arrivasse un segnale chiaro su come affrontare l'accoglienza dei migranti - ha continuato il primo cittadino di Vicenza - la nostra posizione è chiara e viene condivisa anche dagli amministratori moderati della Lega: diciamo no alle grandi concentrazioni».
«Anche sull'ambiente vogliamo puntare la nostra proposta perché le città del Veneto sono tra le più inquinate d'Europa - ha concluso Possamai -. Lo stesso discorso riguarda le politiche abitative che vedono le nostre tre città impegnate a risolvere problemi molto gravosi. Anche sul fronte del trasporto pubblico chiediamo un maggiore impegno. Si tratta di temi che vanno affrontati con pragmatismo e che, come amministratore di centro sinistra, voglio portare avanti con convinzione e confrontandomi con tutti. Il nostro non vuole essere un ruolo di opposizione, ma di proposta anche se naturalmente siamo a disposizione di quelle realtà che vogliono portare avanti un modello politico alternativo rispetto a quello che ormai da tantissimi anni governa la nostra regione».

I bilanci

A voler evitare ogni contrapposizione è anche Giordani che nel suo intervento dal palco ha fatto un bilancio sui primi sette anni di governo della città, ammettendo anche le difficoltà affrontate nell'ultimo anno a partire dall'inchiesta che ha riguardato lo stadio Euganeo. Inchiesta che ha visto poi l'archiviazione della sua posizione. «Noi vogliamo dare il nostro contributo allo sviluppo del nostro territorio - ha scandito il primo cittadino padovano - assieme ai miei colleghi continueremo a lavorare con il massimo impegno». Sulla questione migranti si è concentrato poi Tommasi: «La posizione di Verona è la stessa di quella di moltissimi sindaci del Veneto - ha concluso il primo cittadino veronese - creare grandi hub è un'operazione rischiosa. Detto questo, credo che tutti debbano fare di più, a partire dalla politica. A fare di più, però, potrebbero essere anche gli imprenditori che, come è noto, hanno sempre molto bisogno di manodopera». Doni, infine, ha insistito sulle difficoltà che devono affrontare tutti i giorni gli amministratori dei piccoli comuni. 

Ultimo aggiornamento: 16:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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