«Tesseramenti per far vincere Pietrogrande». Scontro nella Lega padovana, Boron presenta ricorso contro i vertici del partito

Il consigliere regionale chiede lo scioglimento del direttivo e sanzioni disciplinari

Venerdì 21 Ottobre 2022 di Gabriele Pipia
Fabrizio Boron

PADOVA - L'aveva annunciato e lo ha fatto davvero. Il consigliere regionale Fabrizio Boron continua la sua battaglia interna alla Lega e mercoledì sera ha depositato il ricorso contro i vertici padovani del partito. Le richieste sono tante e tutte pesanti: l'annullamento della nomina della nuova segretaria Federica Pietrogrande, lo scioglimento del direttivo cittadino e la sanzione disciplinare per chi ha commesso delle violazioni al regolamento. II caso dei nuovi militanti padovani - secondo Boron iscritti all'ultimo momento di nascosto per vincere il congresso - arriva quindi sulla scrivania di Matteo Salvini.

Il documento scritto da due avvocati è stato infatti spedito alla segreteria provinciale, a quella regionale e a quella federale. Lo scontro è totale e ora porta anche i crismi dell'ufficialità.

Il ricorso

Nelle due pagine di ricorso Boron e un ristretto gruppo di altri militanti mettono nero su bianco insinuazioni pesanti e precise richieste. Il consigliere regionale della Lista Zaia - nemico giurato di Bitonci dopo essere stato in passato suo assessore nella giunta padovana - chiede che «siano esibiti il libro dei soci, gli atti di convocazione tempestiva con data certa di tutti i militanti, copia di tutti i verbali di nomina dei militanti che hanno partecipato al congresso e copia del verbale del congresso stesso con l'elenco degli eletti e le schede di votazione».

Per comprendere bisogna tornare a lunedì, quando la sezione padovana della Lega ha eletto la nuova segretaria al termine di un congresso in cui si sono affrontate e pesate due anime: quella legata a Massimo Bitonci, Andrea Ostellari e Alberto Stefani e quella vicina a Roberto Marcato e Fabrizio Boron. Hanno votato in 78 e la nuova segretaria Pietrogrande ha ottenuto 44 voti doppiando il principale rivale Davide Favero. Partita chiusa? Assolutamente no. Boron ritiene che nel trionfo della Pietrogrande abbiano giocato un ruolo decisivo venti nuovi militanti vicini alla consigliera Eleonora Mosco e portati dentro la Lega «negli ultimi dodici mesi con tesseramenti fatti nelle segrete stanze». Il consigliere spiega anche che «ci sono militanti che non hanno nemmeno ricevuto la convocazione» e contesta «l'impossibilità di avere in anticipo le liste dei tesserati». Da qui la scelta di protestare con un ricorso formale. Un ricorso che arriva però sui tavoli di tutti quei vertici che stanno sulla sponda opposta del partito e che vedono la frangia dissidente di Boron come il fumo negli occhi.

Lo scontro si allarga

Intanto lo scontro si allarga. Casi simili sui nuovi militanti sono scoppiati prima al congresso di Albignasego con la furiosa protesta del capogruppo Massimiliano Bertazzolo e poi a Ponte San Nicolò dove a lamentarsi pubblicamente è stato l'ex presidente Ater Gianluca Zaramella, candidato sconfitto. Sullo sfondo c'è un'altra partita molto sentita come quella per la segreteria provinciale: il congresso porterà a votare circa 850 militanti di 56 sezione ed è previsto tra fine novembre e inizio dicembre. L'ala bitonciana è convinta di avere i numeri per vincere e i nomi che girano come possibili candidati sono due: il sindaco di Cittadella Luca Pierobon e il collega di Cadoneghe Marco Schiesaro. Sul fronte opposto però l'asse Marcato-Boron vuole giocarsela e si sta organizzando. Lo scontro continua.

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