Padova. Casa svaligiata dopo la morte della figlia: «Hanno usato la chiave bulgara per aprire la porta blindata, io e mia moglie sotto choc»

Domenica 24 Settembre 2023 di Marco Aldighieri
Padova. Casa svaligiata dopo la morte della figlia: «Hanno usato la chiave bulgara per aprire la porta blindata, io e mia moglie sotto choc»

PADOVA -  Al dolore immenso per l’improvvisa perdita di una figlia, si è aggiunta la paura di essersi trovato l’abitazione svaligiata. I ladri, utilizzando la tecnica della chiave “bulgara”, sono penetrati nell’appartamento in zona Stanga provvisto di porta blindata per poi fuggire con un bottino di 20mila euro tra denaro e gioielli. «Mia figlia è mancata 5 mesi fa per una improvvisa emorragia cerebrale, doveva anche sposarsi. Il primo settembre io e mia moglie abbiamo deciso di cambiare aria e siamo andati a trovare l’altra figlia mamma di due gemelli.

Ma invece di avere un po’ di serenità, ci siamo ritrovati la casa svuotata». 


I FATTI
È il racconto choc di Roberto, residente nel quartiere della Stanga. Il furto a suo danno si sarebbe verificato tra il 3 il 9 di settembre. Una volta rientrato a Padova ha presentato denuncia ai carabinieri. I militari su ordine della Procura hanno avviato un’indagine e stanno passando al setaccio le immagini registrate da alcune telecamere della videosorveglianza installate non lontano dall’abitazione derubata. «I ladri - ha ripreso Roberto - sono penetrati nel mio appartamento senza scassinare la porta blindata e nemmeno le finestre. I carabinieri mi hanno detto che hanno effettuato un calco della serratura e poi si sono costruiti la chiave per entrare. La porta era chiusa con quattro mandate come l’abbiamo lasciata io e mia moglie». Con molta probabilità i malviventi hanno utilizzato la cosiddetta chiave “bulgara”. Si tratta di un particolare attrezzo usato per forzare una serratura, è in grado di aprire anche le porte blindate. La chiave bulgara riproduce la seghettatura della chiave originale in un braccetto fatto con un calco mobile. Questo calco inserito nella serratura e girato nella stessa, imprime la forma della mappatura di quella serratura. 


IL BOTTINO 
«Una volta entrati nella nostra casa - ha ricostruito Roberto - hanno rubato 10mila euro in contanti. Erano i soldi dedicati alle cure per mia moglie, che soffre di artrosi e deve sottoporsi ad alcune terapie. Poi due contenitori con monete da 2 euro, mia moglie le colleziona, per un totale di 500 euro. E infine tanti monili in oro e altrettanti gioielli con pietre preziose. Anche un orologio subacqueo, del valore di 400 euro, che apparteneva a mio fratello scomparso». Insomma per Roberto il furto in casa è stato un dolore che si è aggiunto a quello terribile per la scomparsa improvvisa di una figlia. «Io e mia moglie - ha sottolineato - siamo ancora sotto choc. Non penso riusciremo a recuperare nulla di quanto ci è stato rubato. A luglio, nella palazzina di fronte alla nostra, c’è stato un tentato furto. Ma in quella occasione i ladri non sono riusciti a penetrare nell’abitazione, perchè la loro chiave si è spezzata all’interno della serratura della porta blindata». Ma un sospetto su chi possa avere svaligiato la sua casa Roberto lo ha. «Sono stati gli zingari - ha concluso - che da mesi hanno invaso il nostro quartiere. Grazie al Comune nel campo di via Longhin ne sono arrivati altri quaranta». E il problema è reale, tanto che lunedì alle 14.30 in sala Paladin a palazzo Moroni è stata convocata una commissione consiliare congiunta: all’ordine del giorno i campi nomadi.

Ultimo aggiornamento: 17:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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