Gallo (Abaco): «Hotel Padovanelle, il degrado solo un brutto ricordo, ci porto i miei uffici»

Venerdì 19 Novembre 2021 di Luca Ingegneri
L'hotel è stato un punto di riferimento elegante e prestigioso per a città ma è chiuso da 13 anni

PADOVA - É l’imprenditore trevigiano Gianni Gallo, 86 anni, titolare di Abaco spa, azienda di servizio a supporto degli enti locali per l’accertamento e la riscossione dei tributi, il nuovo proprietario dell’ex ristorante Le Padovanelle, acquistato lunedì scorso all’asta al prezzo di 800mila euro. Ottantasei anni, affettuosamente chiamato “il ragioniere” dai suoi più stretti collaboratori, al timone di un gruppo in costante espansione che conta attualmente 430 dipendenti, tra le sedi di Padova e Montebelluna ed una novantina di unità locali distribuite sull’intero territorio nazionale, Gallo è convinto di avere realizzato un vero affare.

Cosa l’ha spinta ad investire ottocentomila euro in una struttura chiusa da tredici anni e in grave stato di degrado?
«La sede legale di Abaco è dislocata a Ponte di Brenta, a poche centinaia di metri dall’ex ristorante dell’ippodromo.

Ha dimensioni ormai insufficienti per le nostre necessità. Abbiamo cercato per lungo tempo una sede idonea nelle vicinanze. Volevamo acquistare un immobile limitrofo ma l’operazione non è andata a buon fine. In zona non era facile trovare un edificio dotato di una cubatura imponente come quella dell’ex ristorante. La nostra idea è quella di trasferirci la sede legale dell’azienda, dotandola di uffici e sportelli».

Intendete procedere ad una trasformazione della struttura?
«Siamo convinti che le circa quaranta camere possano diventare uffici unendole a gruppi di due, in maniera da creare sezioni dedicate ai vari tipi di attività e di imposte di cui ci occupiamo. Le ripeto, siamo una società in forte espansione che conta attualmente circa settecento gestioni. L’ultima, ci siamo aggiudicati la gara d’appalto pochi giorni fa, è quella del sistema parcheggi della città di Bologna, assieme ad una società francese che opera nel ramo dell’energia elettrica: un’operazione da 67 milioni di fatturato».

Padova resta quindi strategica per il vostro giro d’affari...
«Guardi, io provengo da Montebelluna e ho iniziato da qui con la Gallo Pubblicità nel lontano 1959. Facevamo manifesti e ci occupavamo delle affissioni di cartelli e insegne. É un settore in forte calo che oggi non garantisce grande redditività. Poco a poco ci siamo specializzati nelle attività di accertamento e recupero delle imposte per conto dei comuni. E per farsi conoscere sul mercato era necessario avere la sede legale in una grande città. Padova faceva al caso nostro».

Abaco opera anche per conto della multiutility Hera?
«Esattamente: ci occupiamo dell’attività di recupero della tassa asporto rifiuti. Abbiamo quindi a che fare con molti contribuenti padovani. É nostra intenzione creare uno sportello ad hoc per la riscossione della Tari proprio nella nuova sede che andremo a realizzare».

Non le sarà però sfuggito il fatto che l’immobile appena acquistato ha una destinazione d’uso molto diversa da quella che lei vorrebbe assegnargli...
«Ne sono consapevole e tengo a ribadire che quest’operazione non ha alcuna valenza di tipo speculativo. Non ho ancora avuto l’opportunità di vedere i locali. Ho vaghi ricordi legati ad un convegno cui presi parte circa una ventina d’anni fa. Siamo evidentemente pronti a sederci attorno ad un tavolo con gli amministratori e i dirigenti del Comune di Padova per individuare una soluzione complessiva che possa tenere conto sia delle nostre esigenze che di quelle della collettività. Una cosa posso assicurarla fin d’ora: elimineremo rapidamente tutte quelle situazioni di degrado che hanno caratterizzato l’ex hotel negli ultimi anni. Tutta questa partita verrà seguita in prima persona da mia figlia Giorgia, che abita proprio a Padova. Nel nostro gruppo vige una ferrea cultura del lavoro, io ho l’ambizione di essere ricordato come quello che “el gà lavorà tanto”».

Che ne sarà della lapide in ricordo dei poliziotti Giovanni Borraccino e Giordano Coffen, uccisi nel corso della sanguinosa rapina al ristorante il 5 aprile 1991?
«Non ho alcuna intenzione di rimuoverla, ci mancherebbe altro. Sarà anzi mia cura abbellirla con i fiori tutto l’anno, e non solo in occasione della commemorazione. É un doveroso riconoscimento al duro lavoro che le forze dell’ordine assicurano ogni giorno nel nostro Paese».

Ultimo aggiornamento: 07:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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