PADOVA - Dal 9 giugno scorso è il proprietario dell’ippodromo di Ponte di Brenta. Giuseppe Stefanelli, ottantunenne imprenditore in pensione, ha acquistato all’asta, attraverso Saita Immobiliare Srl, società di cui detiene le quote, l’impianto per una cifra di poco superiore ai due milioni di euro.
Dottor Stefanelli, cosa l’ha spinta a lanciarsi in questa sfida?
«Guardi, non sono un esperto del mondo ippico. É vero che in passato sono stato proprietario di una cavalla assieme ad un gruppo di amici ma non ho mai conosciuto a fondo questa realtà.
Ora viene il bello: dal 1 gennaio prossimo sarà il suo team a gestire l’impianto...
«Il nostro obiettivo è quello di ritrovare gli entusiasmi di un tempo riportando la gente a bordo pista. Ma dobbiamo anche avere ben chiara una cosa: occorre perseguire una gestione economica sostenibile. L’attuale gestore, il Gruppo Coppiello, cui abbiamo concesso una proroga fino alla fine dell’anno, mi ripete sempre che di sola ippica non si campa».
E quindi? Come intende procedere?
«Le corse dei cavalli rimarranno l’attività principale ma l’impianto dovrà tornare a vivere la quotidianità con iniziative sportivo-ricreative compatibili con un contesto all’aria aperta».
Può fornirci qualche anticipazione?
«Posso dirle che siamo a buon punto per il rinnovo del contratto con Le Staffe, che anche nel 2023 svolgeranno la loro attività di intrattenimento musicale all’ippodromo per l’intero periodo estivo. Si sta ragionando su un ulteriore ampliamento degli spazi a disposizione. Aggiungo che ho già incontrato l’assessore Bonavina: mi ha espresso la sua disponibilità a collaborare nel rilancio dell’ippodromo. Mi auguro che possa diventare la cornice ideale per manifestazioni in grado di attrarre il grande pubblico. Ovviamente stiamo muovendo soltanto ora i primi passi. Alcune società specializzate nell’organizzazione di eventi ci hanno comunque già manifestato il loro interesse all’utilizzo della nostra struttura. Cercheremo di scegliere chi ci offre le migliori garanzie».
Avete preso contatti anche con la Fiera di Verona?
«Questa è un’operazione cui tengo in particolar modo. Mi piacerebbe che il Breda potesse svolgere un ruolo all’interno di Fieracavalli, la manifestazione a carattere nazionale che si svolge ogni anno proprio in questo periodo».
Torniamo quindi a parlare di cavalli...
«La prossima settimana mi recherò a Roma assieme ad un paio di miei stretti collaboratori per un primo contatto con i funzionari del Ministero per le Politiche Agricole. Abbiamo già completato l’iter burocratico per il subentro nella gestione dei convegni di corse. Vogliamo però confrontarci con il ministero per arricchire, se possibile, il nostro calendario».
In effetti nel palinsesto ippico il Breda è relegato ad un ruolo marginale, in terza fascia, con una programmazione modesta sia per dotazione che per rilevanza di gran premi...
«Oggi corriamo solo al mercoledì ed è francamente troppo poco. La nostra idea è quella di strappare qualche convegno in più rispetto a quest’anno (32 riunioni complessive, ndr) e di avere qualche data nel fine settimana, il sabato o la domenica. Con la pista a raggio ridotto non potremo mai salire in prima fascia ma è doveroso offrire al pubblico corse di livello più elevato».
Sarà però necessario rendere l’ippodromo più accogliente visto che in una parte della tribuna si registrano infiltrazioni d’acqua...
«Siamo pronti a compiere degli investimenti ma lo faremo in maniera graduale e con prudenza. Sicuramente la manutenzione del tetto della tribuna è tra i primi interventi in programma».
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