Figli di coppie gay, la circolare del prefetto di Padova ai sindaci: «Bloccare i riconoscimenti anagrafici». Sergio Giordani: «No a ideologie, c'è un vuoto normativo»

Sul tema il presidente Zaia ha commentato: «Si tratta di una partita delicatissima. Il discorso è molto complicato»

Martedì 21 Marzo 2023 di Redazione Web
Figli di coppie gay, il prefetto di Padova scrive ai sindaci: «Bloccare i riconoscimenti anagrafici»

PADOVA - Rispettare la sentenza della Cassazione che blocca i riconoscimenti anagrafici per i figli nati con procreazione assistita da coppie gay maschili. Questo il contenuto della circolare che il ministero degli Interni ha chiesto ai prefetti di tutta Italia di inviare ai sindaci. E così dopo Milano arriva Padova. Circolare che il prefetto di Padova Raffaele Grassi ha ricevuto dal Ministero lo scorso 19 gennaio e ha provveduto a inviare ai primi cittadini del territorio nei giorni immediatamente successiviLa Prefettura di Padova ha confermato, a sua volta, l'invio della circolare e il prossimo incontro tra i rappresentanti municipali e il prefetto Grassi.

È ormai da diverso tempo, fanno presente fonti vicine al sindaco Sergio Giordani, che il Comune di Padova iscrive all'anagrafe, con la firma del primo cittadino, i figli delle coppie arcobaleno. Al momento, l'iscrizione ha riguardato i figli di coppie Lgbt formate da due donne. L'obiettivo dell'iscrizione, viene chiarito, è quello di tutelare prioritariamente il bambino.

«È chiaro che ci sarà un monitoraggio dell'attività e avrò modo di interloquire con il sindaco Giordani nei prossmi giorni per capire come si regoli con l'osservanza della sentenza - ha detto il prefetto - Così come sarà monitorata tutta la provincia, è la normale attività di controllo e monitoraggio della Prefettura».

La sentenza

Iscrizione negata ai bambini di coppie gay, le reazioni

Il sindaco Giordani

Immediata la reazione del sindaco Sergio Giordani: «Sul tema della registrazione all’anagrafe delle figlie e dei figli di coppie omogenitoriali, per quanto ci riguarda di due mamme, sono convinto che Padova e il sottoscritto si muovono nell’ambito delle norme. Su questo sono pronto e disponibile a confrontarmi con la consueta lealtà istituzionale e collaborazione con la Prefettura. Si tratta di un tema che non dovrebbe essere piegato a battaglie ideologiche e rispetto al quale nel paese esiste un serio vuoto normativo.

I Sindaci sono chiamati ad agire con buon senso per tutelare la dignità delle bambine e dei bambini e i loro diritti fondamentali, evitando così di generare gravi discriminazioni».

Il presidente Luca Zaia

«Non ho seguito questa partita, anche perché va distinta tra il diritto all'iscrizione all'anagrafe e la rivendicazione di avere l'utero in affitto: è una partita delicatissima, io ragiono sempre in una maniera: la mia libertà finisce dove inizia la tua e viceversa». Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia. «Quindi rispetto all'utero in affitto, le libertà sono di chi vorrebbe avere un figlio, ma c'è anche la libertà della donna che non mi risulta lo faccia divertendosi di restare incinta e donare il proprio bimbo - ha concluso -. Il discorso è molto complicato e non lo liquiderei come fa qualcuno».

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La dem Rachele Scarpa

«Ora tocca a Padova. La crociata per discriminare i figli delle famiglie arcobaleno si estende a macchia d'olio. Anche a Padova il sindaco Sergio Giordani è stato convocato dalla prefettura perché semplicemente ha garantito, come a Milano il sindaco Sala, un concetto di semplice giustizia: non esistono bambini di serie a e di serie b»: lo afferma Rachele Scarpa, deputata del Pd, in relazione al prossimo incontro tra i vertici dell'amministrazione municipale e la Prefettura sul caso delle iscrizioni all'anagrafe delle coppie arcobaleno. Per l'esponente dem «è diritto di ogni bambino vedersi riconoscere i propri genitori come portatori di doveri nei suoi confronti e togliere questo diritto solo perché si hanno due mamme o due papà è un atto scellerato. Il governo, con questo accanimento crudele - puntualizza - sta solo mettendo in campo una discriminazione odiosa e colpendo quelle istituzioni, come i sindaci coinvolti, che invece agivano per evitarla. Io sono dalla parte dei bambini, delle famiglie e dei sindaci che li sostengono a cui esprimo la mia più totale solidarietà e vicinanza». La mobilitazione del Pd e delle associazioni, chiede la parlamentare, «si estenda a oltranza e in tutto il Paese non possiamo lasciare soli ne questi amministratori ne le cittadine e i cittadini, le bambine e i bambini, che vedono negati i loro diritti». 

Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 08:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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