VENEZIA - «Stop alla registrazione anagrafica dei figli di coppie gay nati con procreazione assistita». È il contenuto della circolare inviata dalla Prefettura di Venezia a tutti i sindaci della provincia.
Dalla Prefettura di Venezia fanno sapere che la circolare è stata inviata a tutti i sindaci ma che nella provincia al momento non ci sarebbero casi particolari.
Il divieto di trascrizione fa riferimento alla legge 40 del 2004, quella sulla procreazione medicalmente assistita, consentita in Italia solo a coppie formate da persone di sesso diverso. Una legge che vieta anche la maternità surrogata.
Il caso Mira
Nel veneziano, il comune di Mira è l'unico, come Milano e Padova, che consente la procedura di registrazione degli atti. Ma c'è una differenza, a Padova i documenti sono consegnati solo a coppie di mamme di cui una biologica. Mentre a Mira verrebbero registrati anche i figli di due papà.
Il commento di Zaia
«Non ho seguito questa partita - spiega il presidente della Regione Luca Zaia - anche perché va distinta tra il diritto all'iscrizione all'anagrafe e la rivendicazione di avere l'utero in affitto: è una partita delicatissima, io ragiono sempre in una maniera: la mia libertà finisce dove inizia la tua e viceversa. Quindi rispetto all'utero in affitto, le libertà sono di chi vorrebbe avere un figlio, ma c'è anche la libertà della donna che non mi risulta lo faccia divertendosi di restare incinta e donare il proprio bimbo. Il discorso è molto complicato e non lo liquiderei come fa qualcuno».
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