Ferruccio muore carbonizzato: trovato dal figlio che era dalla nonna

Venerdì 31 Dicembre 2021 di Giovanni Brunoro
Ferruccio Tecchiato, morto a 61 anni

LOZZO ATESTINO - Muore bruciato dal fuoco, lo scopre il figlio. Sembrava l'ennesimo dramma della solitudine, il male del secolo che miete vittime di ogni età e condizione. Invece Ferruccio Tecchiato, 61 anni, era una persona amata e circondata dall'affetto di parenti e amici. È morto tra mercoledì e giovedì, arso vivo dalle fiamme propagatesi dalla stufa del suo soggiorno.

Faceva il pittore edile e risiedeva in una villetta di via Frassine a Lozzo Atestino, in una frazione chiamata Chiavicone che conta poco più di 300 anime e dove tutti si conoscono per nome.

LA VITTIMA

Tecchiato abitava al pian terreno, sotto alla casa dell'anziana madre Maria. Una casa unifamiliare dignitosa, con un pergolato per le auto e il furgone da lavoro ancora parcheggiato dentro il cancello. Davanti, la vista meravigliosa sui colli, ieri coperti da una fitta coltre di nebbia. La vita di Ferruccio era tutta qui: il lavoro, gli amati figli Luca, Cristian, e Daniel, il volontariato in parrocchia. Amava la montagna e i funghi e, non appena poteva, si rifugiava nella sua casa a Forni di Sopra (Udine), che considerava il suo paradiso. Da qualche tempo, era separato dalla moglie, ma i testimoni assicurano che tra i due i rapporti non fossero tesi. Ad inizio del mese, Tecchiato era risultato positivo al Covid e aveva trascorso in casa una quarantena serena, senza sviluppare particolari sintomi; del resto, aveva fatto la terza dose e godeva di una struttura fisica snella. Da una settimana, comunque, Ferruccio si era negativizzato e usciva osservando scrupolosamente le regole di prevenzione, anche per tutelare l'anziana madre. Qualche giorno fa, si era trasferito con la nonna Cristian, il secondo dei tre figli della vittima. Ed è stato proprio il ragazzo a fare la macabra scoperta nella mattinata di giovedì.

LA TRAGEDIA

La dinamica ruota attorno ad alcuni punti fermi confermati dai testimoni. Secondo quanto riferito dal sindaco Fabio Ruffin e dal fratello, Silvano Tecchiato, al momento della scoperta il cadavere era freddo e non c'erano fiamme vive, la tragedia si sarebbe dunque consumata al massimo mercoledì sera. Il soggiorno appariva parzialmente bruciato, ma fortunatamente la porta era chiusa e, una volta esaurito l'ossigeno, le fiamme si sono spente senza propagarsi. Nella disgrazia, solo la fortuna ha fatto sì che Cristian e nonna Maria fossero risparmiati dal fuoco. I carabinieri di Bastia di Rovolon sono convinti che ad uccidere Tecchiato sia stato un tizzone ardente, il quale avrebbe incendiato il maglione (presumibilmente di fibre sintetiche) che la vittima indossava al momento del decesso. Aggiunge ulteriori particolari il sindaco Ruffin: «Il corpo era a terra in una posizione che non fa pensare ad un tentativo di fuga. Probabilmente Ferruccio ha avuto un malore ed è caduto. Mi auguro che non abbia sentito niente». Secondo un'altra possibile ricostruzione, la vittima sarebbe morta per le esalazioni tossiche dell'incendio e, solo successivamente, avrebbe preso fuoco. «Non riesco a capacitarmi della cosa -dichiara affranto il sindaco- Sono sempre più convinto che in questo periodo ci stiano lasciando tante persone buone come Ferruccio».
 

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