Padova. Busitalia, una raffica di disagi: studenti a terra e genitori infuriati

Mercoledì 4 Ottobre 2023 di Gabriele Pipia
Un mezzo Busitalia fotografato dopo un recente incidente

PADOVA - «È saltata l’unica corsa che porta da Civé di Correzzola a Padova.

Gli studenti sono rimasti tutti a terra». Oppure: «Mia figlia doveva andare da Montagnana a Padova ma l’autobus era in ritardo e lei ha dovuto saltare la lezione di nuoto. E intanto noi paghiamo l’abbonamento». E poi ancora: «La corsa Padova-Villa del Conte è stata annullata e nei giorni scorsi un mezzo si è incastrato in un sottopasso». 


Nelle chat di classe e nelle caselle mail dei sindaci ormai è un bollettino quotidiano. Con la ripartenza delle scuole sono tornate le furiose proteste di studenti e genitori per i continui disservizi del trasporto pubblico locale. Comune e Provincia stanno trattando con Busitalia alcune modifiche al contratto con l’obiettivo di migliorare la situazione, ma la coperta è corta e il bilancio è in profondo rosso.

 
GLI ULTIMI EPISODI
Ieri la rabbia è esplosa a Correzzola e a Villa del Conte ma nei giorni scorsi proteste analoghe si erano sollevate ad Albignasego e Cittadella, a Piove di Sacco e a San Giorgio delle Pertiche, a Piazzola e a Monselice. Le famiglie si lamentano per le corse saltate, per i mezzi sovraffollati e in alcuni casi anche per la mancata concordanza tra orari delle lezioni e orari dei trasporti. 


LA POSIZIONE
Negli ultimi giorni molti sindaci della provincia hanno ricevuto mail o telefonate di protesta e ora ad alzare la voce è Marcello Bano di Noventa. La sua presa di posizione è durissima. «I disservizi nei comuni della cintura urbana hanno raggiunto un livello semplicemente insostenibile per l’utenza: se ogni mattina ci si reca alla fermata senza sapere se un autobus arriverà e quando, è chiaro che studenti e pendolari sono costretti a rinunciare a utilizzare il servizio e ricorrere ad altre modalità per raggiungere Padova».
Il sindaco leghista ha scritto alla Provincia e al Comune, enti di governo che hanno affidato il servizio a Busitalia. «La linea extraurbana E073 – si legge nel documento – da tempo è interessata da corse saltate o che non compiono talune fermate previste, ritardi sistematici che non consentono agli utenti né la fruizione delle coincidenze con le altre linee di trasporto urbano ed extraurbano né l’arrivo in tempo presso il luogo di destinazione, scioperi inadeguatamente o non tempestivamente segnalati»


Il sindaco ha chiesto una convocazione urgente dell’assemblea dei sindaci per discutere il problema, invitando Provincia e Comune di Padova a valutare l’opportunità di risoluzione anticipata del contratto e l’individuazione di nuovo gestore che possa garantire il servizio. Ogni mattina dalle 7 trascorro almeno un’ora al telefono con studenti e pendolari che non riescono a raggiungere Padova – riferisce Bano –. Il sistema è ormai arrivato al collasso. Né è più possibile prendere sul serio le rassicurazioni dell’azienda».
Ecco poi la stoccata politica: «A fronte dell’immobilismo del Comune di Padova rispetto a questa gravissima situazione, suonano tristemente umoristiche le ultime dichiarazioni dell’assessore Ragona, secondo cui i comuni della cintura non fanno abbastanza per ridurre l’inquinamento. Ci viene chiesto di vietare la circolazione delle auto dei cittadini meno abbienti vale a dire quelli che ricorrono con maggior frequenza al trasporto pubblico, un servizio ormai pressoché inesistente. Cosa dovrei dire a questi cittadini?». 


LA PROVINCIA
Il tema è ben noto a Vincenzo Gottardo, vicepresidente della Provincia con delega ai trasporti che tutti i giorni riceve segnalazioni di questo tenore e da mesi lavora per trovare una difficile soluzione. «Busitalia chiede il riequilibrio del contratto, che però non ha nulla a che vedere con questi pesanti disagi. La causa è la carenza cronica di personale - spiega .- Il problema si risolve trattenendo gli autisti con contratti integrativi di secondo livello. Busitalia deve smetterla di scaricare i problemi quotidiani di gestione organizzativa sul contratto di trasporto pubblico. Non è pensabile che un contratto integrativo di secondo livello applicato in Umbria o in Campania possa rispondere alle stesse esigenze economiche che può avere un dipendente a Padova, dove tra l’altro c’è pure una cronica carenza di alloggi».

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