PADOVA - Rispetto al 2013 Busitalia, solo a Padova, ha perso oltre 9 milioni di passeggeri.
LE CAUSE
Una contrazione che, come era ampiamente prevedibile, è iniziata ne 2020 con la crisi pandemica. Tre anni fa, infatti, i passeggeri di bus e tram sono stati appena 15,5 milioni. Nonostante un lieve allentamento delle misure anti Covid l’anno successivo è andata anche peggio: 14,4 milioni. Il dato veramente preoccupante, però, riguarda il 2022 quando il distanziamento sociale è stato ridotto al minimo. L’anno scorso appunto, non si è andati oltre quota 18,8 milioni di euro. Una contrazione che, per forza di cose, ha avuto pesanti ripercussioni anche sui “conti” di Busitalia.
IL BILANCIO
La partecipata (il 78,9% fa capo a Busitalia Sita Nord, società del Gruppo FS Italiane e 21,1% di APS Holding, quindi al Comune di Padova), ha chiuso il bilancio del 2022 con un passivo di 11,8 milioni di euro. A mettere nero su bianco le difficoltà a cui deve far fronte l’azienda è stata la relazione finanziaria annuale 2022 di Busitalia-Sita Nord S.r.l. Nel documento si spiega che, l’anno scorso, i ricavi sono stati pari a 87,2 milioni di euro con un decremento di 0,9 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente e che il risultato netto registra una perdita di circa 11,8 milioni di euro, in peggioramento di circa 2,5 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente. Nel 2021, infatti, si era attestato a quota 9,3 milioni. Proprio per far fronte a questa situazione, lo scorso luglio l’amministratore delegato di Busitalia Veneto Gino Colella ha presentato a Comune e Provincia un documento di 12 pagine in cui si spiega il perché è necessario rivedere il contratto sul trasporto pubblico locale stipulato nel 2020.
Una modifica che, per forza di cose, è destinata a far scattare ulteriori sforbiciate ad un servizio che, già ora, suscita non poche perplessità tra gli utenti. Nell’addendum, in cui si mette nero su bianco che le difficoltà economiche sono legate anche al caro carburante, si avanzano richieste molto precise. A livello provinciale, l’azienda attualmente garantisce una media di 6.400 corse al giorno ma sono tante quelle che viaggiano semivuote, soprattutto in provincia nella fascia pomeridiana e serale. Per questo motivo si chiede di poter rivedere il servizio eliminando le corse inutili. La società propone poi un taglio del 5% delle percorrenze senza riduzione del corrispettivo economico in arrivo dagli enti di governo. Il che significa: tagli delle corse a fronte della stessa cifra percepita. Busitalia chiede poi di non prevedere penali nel caso in cui le corse vengano diminuite del 2% e propone una razionalizzazione delle corse riclassificando alcune linee extraurbane come urbane.
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