PADOVA - Un altro incontro fiume, l’ennesimo. Da una parte i vertici di Comune e Provincia, dall’altra quelli di Busitalia Veneto.
Busitalia alle prese con i conti in rosso ha bisogno di maggiori risorse economiche e chiede un adeguamento rispetto al contratto firmato prima che la pandemia stravolgesse il mondo. Comune e Provincia però frenano: vogliono vedere nel dettaglio tutti i conti, capire a quanto ammonti esattamente il passivo preventivato per il 2023 e comprendere tutte le ragioni di un buco economico che si preannuncia sostanzioso anche quest’anno. La prossima riunione sarà tra un paio di settimane. Ufficialmente tutti parlano di «massima collaborazione» ma il rischio è che la trattativa si trasformi in un braccio di ferro.
IL CLIMA
Le difficoltà di Busitalia sono ben note alla politica padovana ma sono note soprattutto agli utenti del trasporto pubblico che da tempo protestano per il servizio offerto e per i tagli alle corse. L’incontro di ieri è arrivato dopo una nota piccata inviata martedì dall’amministratore delegato di Busitalia Gino Colella al sindaco Sergio Giordani: «Il primo incontro tra le parti si è svolto ancora lo scorso mese di marzo e codesto ente è perfettamente consapevole della grave situazione economico-finanziaria in cui versa la società a causa del mancato (doveroso) riequilibrio contrattuale».
Ieri pomeriggio nella sala giunta di Palazzo Moroni c’erano oltre venti persone. L’ad Colella e il sindaco-presidente della Provincia Giordani, ma anche il dg del Comune di Padova Lorenzo Minganti, l’assessore comunale alla mobilità Andrea Ragona, il vicepresidente della Provincia Vincenzo Gottardo e una lunghissima fila di professionisti al seguito. Sul tavolo della discussione è stata messa la due diligence, ovvero l’analisi dei conti di Busitalia condotta da una società specializzata per conto di Comune e Provincia. L’esito? Tutti parlano di «incontro interlocutorio». Manca ancora molto per sbrogliare la matassa.
I NUMERI
Busitalia chiede un riequilibrio del contratto facendo leva sulle «motivazioni straordinarie» citando prima la pandemia e poi la guerra che hanno stravolto il settore dei trasporti con un netto crollo dei passeggeri e poi con un vertiginoso aumento dei costi. Se i bilanci tra il 2015 e il 2019 si erano chiusi con segno positivo e quello del 2020 in pareggio, nel 2021 il passivo è stato di 9 milioni e nel 2022 di 11,8. Comune e Provincia però evidenziano i mancati investimenti e rimarcano che per ridurre le perdite ci sono già stati i tagli alle corse e l’aumento del costo del biglietto (la corsa ordinaria è salita da 1,30 a 1,70 euro).
Ora gli enti pubblici vogliono vederci chiaro. Sicuramente rispetto all’anno scorso il bilancio è in ripresa, ma a Padova la risalita è più lenta che in molte altre città. Per quali motivi? Nelle prossime settimane i conti saranno ulteriormente approfonditi.
I PROSSIMI PASSI
Hanno tutti fretta. Ha fretta Busitalia, che ritiene insostenibile l’attuale contratto e chiede immediate modifiche. Hanno fretta anche Comune e Provincia, che da mesi invocano un miglioramento del servizio e contano di trovare una quadra il prima possibile.
Nelle prossima riunioni verrà presentata da Comune e Provincia anche la cosiddetta “analisi di benchmark” che confronterà la situazione economico e il servizio offerto di Busitalia con altre realtà simili come per esempio Bologna.
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