Congresso Lega, Marcato smentisce la voci di ritiro: «Idiozie. E nessun accordo con Manzato»

Domenica 7 Maggio 2023 di Alda Vanzan
Roberto Marcato a sin e Franco Manzato

VENEZIA - Al decimo messaggio («Ma è vero che ti ritiri?»), è sbottato: «Non indietreggio neanche di un centimetro». Roberto Marcato, assessore regionale allo Sviluppo economico, per il popolo “Bulldog”, l’ha presa male: dopo che è stato confermato che in Veneto il congresso della Lega si terrà in giugno, forse domenica 4, forse sabato 10, nel partito e non solo si sono sparsi veleni e lui, il “mastino”, secondo la vulgata è diventato un chihuahua, pronto a ritirarsi dalla competizione e ad appoggiare il trevigiano Franco Manzato per battere nelle urne il commissario in carica Alberto Stefani.

E mica per spirito di volontariato: in cambio di un premio. Quale? Il primo, cronologicamente incassabile come un assegno al portatore, sarebbe un posto in lista alle Europee del prossimo anno. Ed è stato così che Bulldog Marcato, offeso, si è inalberato: «Una idiozia».


LE VOCI
Le voci, però, sono queste. Con tre candidati alla segreteria regionale della Lega-Liga del Veneto - Alberto Stefani, sostenuto dai salviniani che fanno capo principalmente a Massimo Bitonci e Andrea Ostellari; Roberto Marcato per gli anti-salviniani e i leghisti della prima ora; il trevigiano Franco Manzato in una logica di rottura e di restituzione a Treviso della leadership del partito - a un certo punto si è vociferato di ritiri. Anzi, di un solo ritiro: Marcato che si farebbe da parte e che appoggerebbe Manzato, una alleanza che consentirebbe la sconfitta di Stefani. Vero? Verosimile? «Falso», sbotta Marcato.
E allora perché dicono che in passato è successo proprio questo e cioè che Marcato nei momenti topici si è fatto in disparte? «E quando sarebbe stato?», ribatte Marcato. Che diventa un fiume in piena.
Primo: «Mi rendo conto che la politica ha le sue ragioni, però inventare stupidaggini di sana pianta dà la misura di chi le dice». Secondo: «A Padova mi sono candidato segretario provinciale “contro” tutto il partito, al tempo c’erano il plenipotenziario Maurizio Conte, il segretario veneto Flavio Tosi, il segretario federale Roberto Maroni. E io, da bossiano unico in Veneto e contro tutti, con i più che mi dicevano “ma chi te lo fa fare, trova un accordo con Tosi”, nonostante due commissariamenti e decine di procedimenti disciplinari e almeno due espulsioni, ho resistito. La verità è che il mio rigore morale non mi permette di essere malleabile». Dalla sua ha le elezioni e infatti tira una stilettata: «Eletto sempre con preferenze, mai nominato. Probabilmente i miei colleghi è da così tanti anni che si fanno nominare che non si ricordano più cos’è il consenso». Rimarca: «Quando sono stato candidato in Regione la prima volta sono stato il più votato nella lista della Lega. L’ultima volta, settembre 2020, sono stato il più votato di tutte le liste».


INCONTRO
Ma è vero che c’è stato un incontro Marcato-Manzato? «Manzato non lo vedo e non lo sento da anni». Ed è vero che con Salvini ha concordato il ritiro della candidatura a segretario della Lega-Liga a fronte di un posto in Europa? «Affermazioni idiote e offensive. Una candidatura alle Europee comporta pagarsi la campagna elettorale e trovarsi le preferenze. Io la campagna elettorale me la sono sempre pagata e le preferenze me le sono sempre trovate: dunque, sarebbe un premio? Potrebbe essere una mia scelta, ma i premi, semmai, sono una nomina in Parlamento».
Quindi conferma la sua candidatura alla carica di segretario della Lega-Liga del Veneto? «Confermo».
Preferirebbe una corsa a 2 o a 3? «Anche a 10. Siamo in democrazia».
E pensa di farcela? «Assolutamente sì. A maggior ragione ora con tutto questo fango che qualcuno sta buttando nel ventilatore».
I suoi supporter? «I militanti».
Zaia? «Non lo so, non gliel’ho chiesto. Ma faccio presente che il segretario regionale è il segretario dei militanti, non dei dirigenti».
 

Ultimo aggiornamento: 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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