La Lega sbatte la porta a FdI «Più posti in Regione? Non se ne parla»

Mercoledì 29 Marzo 2023 di Alda Vanzan
Roberto Marcato

VENEZIA - Montorio, frazione di Verona, sabato scorso. Un capannone pieno di gente per celebrare la Festa del Popolo Veneto. Nello stand gastronomico, il piatto tipico: tortellini. Sul palco l'assessore regionale leghista Roberto Marcato qui nei panni non solo di esponente della giunta, quanto di "Bulldog" a difesa della Lega. Da chi? Dagli alleati che vorrebbero avere più spazio, oggi e probabilmente anche domani quando si tornerà alle urne. Presidenze, vicepresidenze, posti in giunta per Fratelli d'Italia? Marcato, ai veronesi che lo ascoltano, tuona: «Col caz...!». Ed è un boato.
Si dirà: non è la prima volta che Marcato, esponente della giunta di Luca Zaia e candidato in pectore alla segreteria regionale della Lega-Liga, respinge al mittente le avances dei Fratelli di Giorgia Meloni.

Solo che gli alleati non se la sono messa via: il 12 aprile, esattamente a metà mandato, c'è da eleggere l'ufficio di presidenza del consiglio regionale e anche se la consuetudine finora è stata sempre quella di confermare gli uscenti, FdI - dallo scorso settembre primo partito in Veneto con il 33% - preme per un cambio. Se non fosse, la seconda possibilità si avrebbe a inizio maggio, quando si voteranno gli uffici di presidenza delle commissioni: raccontano che ai meloniani non spiacerebbero la Terza e la Sesta (oggi guidate dai leghisti Marco Andreoli e Francesca Scatto). Da ultima si è aggiunta l'ipotesi di un allargamento della giunta, con un secondo assessore - magari esterno - di FdI. Non risultano però trattative reali tra Lega e Fratelli d'Italia. Risultano, invece, le dichiarazioni alla stampa del coordinatore dei meloniani Luca De Carlo e, adesso, la plateale risposta del leghista Marcato. È tutto in un video che da ore impazza nelle chat leghiste.


IL DISCORSO
Si vede Marcato sul palco della Festa del popolo Veneto a Montorio, jeans e felpa blu. Testuale: «Ci sono discussioni in Regione: siccome siamo a metà mandato, Fratelli d'Italia visto che ha avuto un risultato alle Politiche un po' più forte del nostro, vuole cambiare le carte. E dice: vogliamo dei posti in più, vogliamo delle presidenze di commissione, vogliamo la vicepresidenza della Regione, vogliamo cambiare perché è cambiato l'assetto politico. Ecco, io voglio militare in un partito che quando Fratelli d'Italia fa queste richieste la risposta è: col caz...!». Boato, applausi. E ancora Marcato: «Che se la mettano via. Se ci sarà il terzo mandato lo farà ancora Luca Zaia. Se non ci sarà il terzo mandato se la mettano via tutti, Fratelli d'Italia, Forza Italia, Pd: sarà ancora un candidato della Lega. Punto».


COMPATTI
Non c'è solo il linguaggio forbito di Marcato. Nella Lega il pensiero è comune: l'ufficio di presidenza di Palazzo Ferro Fini non si cambia, idem le commissioni. Tranchant Alberto Villanova, presidente dell'intergruppo Lega-Liga: «Gli alleati di Fratelli d'Italia dicono che il peso elettorale è cambiato? Non mi risulta che si proceda a geometrie variabili: i numeri sono quelli delle elezioni regionali del 2020, non è che ogni volta che c'è una elezione diversa si rivedono gli assetti. Lo dico con il massimo rispetto, ma io difendo i miei, hanno lavorato bene e non ho avuto indicazioni di sorta per eventuali cambi». Ma nel 2025, o quando sarà, è plausibile che la presidenza della Regione Veneto, in un quadro di equilibri nazionali, vada agli alleati? Villanova sorride: «Il Veneto? Solo Lega».
L'eventualità di un cambio al vertice di Palazzo Balbi - magari a favore di Forza Italia con il nuovo coordinatore Flavio Tosi - è escluso anche dal presidente dell'assemblea legislativa, Roberto Ciambetti: «Il Veneto è la regione in cui la Lega ha la maggiore percentuale di consensi, non vedo perché dovrebbe essere messa in discussione». E un cambio all'ufficio di presidenza del consiglio regionale? «È consuetudine confermare gli uscenti, se ci saranno richieste diverse se la vedranno i partiti». Sulla stessa linea il capogruppo della Lega, Giuseppe Pan: «Ciambetti, Finco e Sponda hanno lavorato bene. Non vedo perché non dovrebbero essere riconfermati».
Si prevedono rapporti tesi a Palazzo.

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