Il Covid non ferma i trapianti: record di interventi al fegato con nuove tecniche

Sabato 5 Febbraio 2022 di Elisa Fais
L'équipe diretta dal professor Umberto Cillo a Chirurgia Generale 2

PADOVA - L’emergenza Covid non ferma i trapianti di fegato e gli interventi chirurgici per combattere il cancro in Azienda ospedaliera. Lo conferma il bilancio dell’attività svolta tra 2020 e 2021 dall’équipe di Chirurgia generale 2 (Epatobilio-Pancreatica e dei trapianti di fegato), diretta dal professor Umberto Cillo, epatologo di fama mondiale. «Mentre nel resto d’Italia c’è stata una sensibile contrazione, Padova è in controtendenza – spiega Cillo – Negli ultimi due anni stato operato il 7% di tutti i pazienti d’Italia».

I NUMERI
Lo scorso anno, in piena pandemia, sono stati eseguiti 102 trapianti di fegato (di cui 9 pediatrici) e 244 resezioni epatiche, superando i numeri del 2019 che arrivavano a 101 trapianti e 212 resezioni. Ma non finisce qui, perché sempre nel 2021 gli interventi sul pancreas sono aumentati del 62% rispetto al 2020. «I numeri sono astratti – continua Cillo – bisogna capire la sofferenza, la forza e la speranza che è dietro ciascuna persona. Noi diamo chance di guarire a pazienti altrove giudicati inoperabili, anche quando c’è di mezzo il cancro. Il 60% dei nostri ricoverati arriva da fuori regione, la sanità ormai è organizzata a rete».
Padova vanta oltre il 50% di operazioni chirurgiche eseguite con tecniche mininvasive e il maggior numero di interventi di chirurgia oncologica sul fegato d’Italia. «Nonostante il Covid intendiamo mantenere un’attività chirurgica di alto livello – conferma il direttore generale, Giuseppe Dal Ben – Tutte le urgenze oncologiche sono state affrontate grazie alla passione e alla dedizione dei medici e dei sanitari, che hanno continuato a lavorare anche nei momenti più delicati, nonostante la riduzione del personale in alcuni momenti arrivata al 30%.

La chirurgia epatobiliare è un fiore all’occhiello e merita una sottolineatura in occasione della giornata mondiale contro il cancro».

GLI SFORZI
Per riservare una corsia preferenziale ai trapianti e agli interventi oncologici, l’Azienda ospedaliera durante la pandemia ha attivato una sala operatoria esclusivamente dedicata alle urgenze/emergenze. «Abbiamo aumentato l’attività chirurgica per tre motivi – spiega Cillo – Primo perché essendo chiuse molte strutture nazionali diversi pazienti sono arrivati a Padova. Secondo perché la direzione ci ha protetto supportandoci su più fronti, per fare in modo che gli interventi chirurgici continuassero. Terzo e non ultimo, abbiamo ottimizzato i processi di management dei pazienti in collaborazione con il Consorzio per la ricerca sanitaria, Coris. Durante l’emergenza abbiamo attivato anche il teleconsulto a distanza, utile in particolare per i pazienti trapiantati».
Chirurgia generale 2 è centro di riferimento per la chirurgia oncologica, offrendo le più avanzate metodiche per il trattamento dei tumori del fegato, delle vie biliari e delle metastasi al fegato. Inoltre il reparto è parte integrante del Centro regionale di trapianti d’organo della Regione.

I RISULTATI
«Mentre il mondo si fermava – sottolinea Cillo – noi siamo riusciti a fare due trapianti di fegato con tecnica “rapid” e due autotrapianti. Intervento, quest’ultimo, che nessun altro fa in Italia. la nostra punta di diamante sono le asportazioni epatiche. Si tratta di operazioni complesse, basti pensare che all’interno dell’organo circolano quattro litri sangue al minuto. Nel 2021 abbiamo aumentato di oltre il 20% l’attività. In tutto questo, il numero di resezioni con tecnica mininvasiva è aumentato a sua volta quasi del 30%. Ciò rende più efficiente il sistema: i pazienti vengono dimessi prima, in soli cinque giorni, e si può aumentare l’attività chirurgica».
Un’altra strada esplorata dall’equipe di Cillo si collega con il robot Da Vinci, arrivato in Azienda ospedaliera nel 2018. «Settimana scorsa abbiamo ripreso l’attività chirurgica robotica – continua Cillo – Abbiamo pubblicato la prima serie dell’Occidente di resezione robotica di colangiocarcinoma ilare, il cosiddetto tumore di Klatskin, localizzato esattamente al centro del fegato. Ha dimensioni limitate, appena due centimetri, ma è molto difficile da asportare vista la sua posizione».

Ultimo aggiornamento: 08:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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