La chirurgia riprende il ritmo: in una settimana 823 operazioni

Lunedì 31 Gennaio 2022 di Serena De Salvador
Intervento chirurgico (foto di archivio)

PADOVA  - Tra i molti, pesantissimi, effetti che il Covid ha avuto sull’organizzazione dell’intera sanità padovana c’è stato anche il rallentamento imposto alle operazioni chirurgiche non urgenti. L’Azienda Ospedale-Università di Padova, con le sue 53 sale operatorie e 13 blocchi operatori (molti dei quali operano ventiquattro ore su ventiquattro) ha insieme al policlinico Gemelli di Roma il comparto chirurgico più grande d’Italia. A causa della pandemia, l’attività è stata rallentata in alcune operazioni che potevano essere differite, ad esclusione delle urgenze e delle patologie più gravi come quelle oncologiche, con un calo medio attorno al 25% giornaliero a partire dal 23 dicembre, ma non si è mai fermata.

E ora, nonostante i tanti sanitari contagiati, si torna a premere sull’acceleratore: nell’ultima settimana sono state condotte 823 operazioni chirurgiche, 161 nella sola giornata di venerdì.

LA SITUAZIONE
«L’ho sempre detto: dobbiamo essere un passo avanti al Covid. E anche in questo caso, grazie agli sforzi davvero straordinari dei medici e dei sanitari, stiamo dimostrando che non solo la chirurgia non si è mai fermata, ma che stiamo crescendo velocemente per volumi operatori» ha dichiarato Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di via Giustiniani.
Uno dei risvolti negativi del grande afflusso di pazienti Covid nei reparti intensivi è stato quello di costringere ad avere intere due rianimazioni su dieci destinate soltanto ai positivi, riducendo i posti letto per gli interventi chirurgici. L’ospedale man mano che è calata la pressione del Covid, ha fatto di tutto per ritornare alla migliore normalità possibile. «Abbiamo strategicamente riaperto gli spazi della Terapia intensiva centrale anche ai pazienti non Covid, sgravando così le altre terapie intensive da parte del lavoro e permettendo di accelerare ulteriormente negli interventi di grande chirurgia, quelli più complessi» aggiunge Dal Ben.

I NUMERI
Segnali di un’accelerata importante, anche se ad oggi fra gli oltre seimila dipendenti dell’Azienda ospedaliera sono 400 quelli costretti a casa in quarantena o in isolamento. Chi resiste continua a fare i conti con il costante e immenso impegno a che la pandemia da due anni impone al personale sanitario, ma nei reparti chirurgici si respira la voglia di andare avanti, di tornare a operare a pieno ritmo.
Nel 2021 le operazioni sono state 61.061, l’8,2% in più rispetto al 2020 quando furono 56.409, di cui 18.846 in regime ambulatoriale, 30.681 in regime ordinario e 6.882 in day hospital.
«Solo venerdì abbiamo realizzato oltre 160 interventi, è davvero un risultato – prosegue il direttore generale – Soprattutto dobbiamo rilevare che, nonostante la pressione sia minore, le terapie intensive hanno ancora tanti malati di Covid: qui non possiamo non notare che nessuno di essi ha tre dosi di vaccino e che la maggior parte di queste persone sono completamente non vaccinate. In ogni caso si guarda avanti: la chirurgia a Padova prosegue, anzi riguadagna terreno in questa battaglia di posizione contro la pandemia».
Lo dimostrano le 823 operazioni chirurgiche portate a compimento negli ultimi sette giorni dagli oltre 40 reparti di via Giustiniani, che contano cardiochirurgie, neurochirurgie, le grandi Cliniche, fino alle iper specializzate chirurgie dell’occhio e maxillo facciali, alle unità che affrontano le grandi ustioni e quelle che operano in chirurgia mininvasiva.
Ora l’obiettivo è proseguire a pieno ritmo, confidando in una ulteriore riduzione del Covid, garantendo sia l’assistenza intensiva ai positivi che tutte le operazioni chirurgiche ai pazienti ordinari.

Ultimo aggiornamento: 09:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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