Attentato dinamitardo alla macelleria, tre arresti e tantissime armi sequestrate. Il movente? Ragioni sentimentali

Martedì 22 Marzo 2022
Il proprietario della macelleria, Andrea Parton
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BAGNOLI DI SOPRA - Tre arresti per l'attentato dinamitardo alla macelleria "Parton" di Bagnoli di Sopra: i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Pdova e della Compagnia di Abano Terme hanno portato in carcere, su disposizione del pm Sergio Dini, Maria Salvatore Allia (catanese di 53 anni, pregiudicato, imprenditore a Bagnoli nel settore della verniciatura),Gianluca Zanellato (autotrasportatore 54enne di Correzzola) e Nicola Antonio Zumbo (53 anni, reggino, pregiudicato). La notte del 14 giugno un ordigno aveva danneggiato i serrameti e gli arredi della macelleria "Parton". Grazie all'analisi video delle telecamere di sorveglianza della zona i militari sono risaliti ad Allia e Zanellato: il primo sarebbe stato il mandante per presunti motivi sentimentali e il secondo l’esecutore materiale. L’ordigno artigianale utilizzato nell’attentato era costituito da un tubo in plastica riempito di polvere esplosiva e da una miccia a lenta combustione. 

Dalla progressione investigativa sarebbe emersa la responsabilità di Zanellato anche per un furto in abitazione, commesso a Correzzola tra l’11 e il 13 settembre 2021, nel corso del quale era stato asportato un fucile a pompa, una pistola semiautomatica e un revolver. Zanellato avrebbe poi ceduto le armi ad Allia e Zumbo ai quali è stata ascritta la ricettazione delle stesse e la loro detenzione e porto illegale. Il 31 dicembre 2021 il fucile a pompa e il revolver rubati al legittimo detentore, assieme a una pistola semiautomatica, diversa da quella oggetto del furto, una pistola mitragliatrice e una granata a mano del “Patto di Varsavia”, contenente esplosivo plastico ad alto potenziale, entrambe armi da guerra, oltre a numeroso munizionamento, sono stati rinvenuti in una pertinenza dell’abitazione di Anguillara Veneta di Galliano Masiero e della figlia Manuela, arrestati in flagranza e tuttora detenuti, armi sempre di Allia.  Altresì, è emerso che l'8 ottobre Allia avrebbe minacciato di morte alcuni suoi dipendenti dell’opificio di Bagnoli di Sopra, accusati di furti di cavi di rame dalla sua ditta, esplodendo anche alcuni colpi di arma da fuoco e colpendone uno in faccia e alla nuca con il calcio della pistola.

Inoltre, nel corso delle indagini è emerso che gli indagati avrebbero intrattenuto rapporti di natura illecita con un ex esponente della “mala del Brenta”, progettato di realizzare una rapina al dipendente di un’agenzia di vigilanza privata, incaricato del ritiro degli incassi presso un esercizio commerciale di Mestre, e di gestire un traffico di stupefacenti. Oltre alle perquisizioni dei domicili degli arrestati, in provincia di Padova e in quella di Venezia sono state eseguite altre 2 perquisizioni a carico di altrettanti indagati in stato di libertà, che a loro volta si sarebbero resi responsabili di ricettazione di armi e di detenzione e porto illegale delle stesse. Tali ulteriori attività istruttorie hanno consentito di rinvenire e sequestrare due 2 pistole e un revolver scacciacani, una targa posteriore oggetto di denuncia di smarrimento, 45 grammi circa di hashish e altro materiale ritenuto utile allo sviluppo delle indagini, che continuano per risalire alla provenienza delle armi sequestrate, al loro eventuale utilizzo e responsabilità degli indagati e di terzi allo stato non identificati in altri fatti delittuosi. Allia e Zanellato sono stati rispettivamente associati alla case circondariali di Verona e Venezia, mentre Zumbo, raggiunto presso il suo domicilio di Reggio Calabria, dove si trovava agli arresti domiciliari perché il 4 febbraio 2022 era stato arrestato dai Carabinieri del posto per detenzione e porto illegale di una pistola con matricola abrasa, è stato ristretto presso il carcere di Locri (RC).

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Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 07:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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