Galliano il papà commerciante, Manuela la figlia estetista: ecco chi sono i custodi delle armi della malavita

Martedì 4 Gennaio 2022 di Nicola Benvenuti
Galliano e Manuela Masiero

ANGUILLARA - In via Bononi ad Anguillara, che dalla frazione del Preyon porta prima all'argine del Gorzone e poi a quello dell'Adige in frazione Borgoforte, si trovano la case della famiglia Masiero. Tra queste abitazioni c'è anche quella di Galliano Masiero, detto Mario, e della figlia Manuela entrambi finiti in manette la mattina dell'ultimo dell'anno. Il capostipite, anche lui battezzato con il nome di Galliano, era un noto commerciante di cereali negli anni '60 del secolo scorso, attività proseguita poi dai figli, tra i quali anche Galliano, ma per lui con poca fortuna rispetto ai suoi fratelli da tutti conosciuti come dei grandi lavoratori.
Galliano infatti è da sempre noto nel settore del commercio: in paese nessuno ha voluto spendere una parola sul conto del 66enne, preferiscono rimanere nel riserbo. Galliano Masiero, detto Mario, ha subito un grave lutto, quando nel 2017 la moglie, più anziana di lui di qualche anno, è prematuramente scomparsa.
La figlia Manuela, che da qualche tempo era tornata a vivere con il padre, aveva gestito per alcuni anni, fino al 2016, un centro estetico a Conselve, successivamente ceduto.


IL SINDACO

«Sono rimasta un po' sorpresa dalla notizia dell'arresto di Galliano Masiero e della figlia Manuela, pur sapendo bene che si tratta di una famiglia segnata da tristi episodi, mai avrei pensato che si fosse verificato una situazione così grave, come il ritrovamento di armi nella loro abitazione».
Per la prima cittadina di Anguillara, si è trattato di un fulmine a ciel sereno: «Devo anche dire che gli altri fratelli Masiero sono tutte persone conosciute e stimate in paese», aggiunge Alessandra Buoso.


IL PRECEDENTE

Galliano Masiero aveva avuto già un precedente qualche anno fa, quando era finito nei guai con l'accusa di circonvenzione d'incapace. Tra il 2014 e il 2017 avrebbe approfittato delle precarie condizioni di salute e della solitudine di un'anziana parente per carpirne la fiducia e disporre dei suoi risparmi. Masiero avrebbe convinto l'anziana, in quel momento in stato di grave prostrazione per la perdita dell'unico figlio, a conferirgli la delega per le operazioni bancarie e a consegnargli il bancomat.
In due occasioni l'uomo avrebbe disposto la vendita di titoli bancari (per complessivi 96mila euro) accrescendo la liquidità sul conto corrente. Poi avrebbe iniziato ad effettuare bonifici a favore di se stesso e del centro estetico di proprietà della figlia (38mila euro in pochi mesi).
Infine avrebbe effettuato con il bancomat alcuni prelievi (17.500 euro complessivi) e una lunga serie di pagamenti, per un totale di altri 44.500 euro, tutti a proprio favore. Masiero in quella occasione, con i suoi legali, preferì evitare il processo, optando per il patteggiamento, una scelta processuale, ma non un'ammissione di responsabilità. L'uomo infatti aveva sempre sostenuto di aver speso quei soldi per la parente e non per arricchimento personale.
La mancanza di documenti giustificativi gli avrebbe però impedito di approntare una difesa credibile.

A quel punto Masiero preferì risarcire l'anziana parente con 30mila euro. Con il patteggiamento della pena, disposta dal giudice in un anno e due mesi di reclusione, Galliano Masiero se la cavò con la sospensione condizionale della pena.

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