Anna, 51 anni: «Dal bicchiere di Campari alla bottiglia: così sono uscita dal tunnel dell'alcolismo»

Domenica 30 Luglio 2023 di Elisa Fais
Anna, 51 anni: «Dal bicchiere di Campari alla bottiglia: così sono uscita dal tunnel dell'alcolismo»

PADOVA - Una lotta durata tre anni, non semplice, ma affrontata con coraggio e voglia di cambiare.

Il percorso tortuoso di Anna (nome di fantasia) per dire addio al fantasma che si nascondeva dentro al bicchiere colmo di Campari, oggi, ha il sapore della vittoria. Il traguardo è aver ritrovato se stessa, accettando paure e limiti. Anna ora ha 51 anni, per 10 è stata un’alcolista attiva, ma negli ultimi tre non ha più bevuto. Residente nel Padovano e dipendente di un’azienda del territorio, Anna ha scelto di raccontare la sua storia per contribuire a demolire lo stigma legato alla dipendenza da alcol.


Quando bere è diventato un problema?
«Circa 13-14 anni fa, anche se è difficile collocare temporalmente questo tipo di consapevolezza. Sta di fatto che quando ero giovane e avevo 30 anni ero disabituata a bere, ricordo che anche solo un bicchiere di prosecco e mi dava alla testa. Poi la vita va avanti, ho iniziato a bere l’aperitivo con i colleghi e pian piano mi sono abituata. E, alla fine, il risultato è che l’alcol mi faceva stare bene. Era una valvola di sfogo, mi rilassava e mi calmava, grazie a lui andavo a dormire senza pensare».
Quanto beveva?
«Ho iniziato con un bicchiere, poi due e ancora tre. Sono finita a bere bottiglie intere. Ero diventata un’alcolista solitaria: a casa non mancava mai prosecco e Campari. Avevo scorte continue. Prima mi facevo lo spritz, ma poi arrivavo a bere Campari liscio direttamente dalla bottiglia».
E poi come si sentiva?
«A primo impatto l’alcol ti dà l’illusione di stare bene e di aiutarti a risolvere i problemi. Poi però arriva l’ondata di malessere. Un male profondo e devastante. Mi addormentavo subito, ma poi dormivo male perchè i risvegli erano frequenti. Mi svegliavo all’improvviso in un bagno di sudore, in preda a uno stato d’ansia. La mattina era sempre difficile».
Quando la svolta?
«Nel luglio 2020 stavo malissimo, avevo dolori dappertutto compresa la schiena. Ero arrivata a toccare il fondo, avevo bisogno di aiuto. Il medico di base era preoccupato e mi ha mandato al Pronto soccorso, sono rimasta ricoverata in ospedale una settimana perché i miei organi erano fortemente compromessi. Tutti i valori erano sballati e avevo una grave carenza di vitamina B. Un alcolista non è in grado di prendersi cura del proprio corpo: io mangiavo male, solo per assorbire l’alcol. E’ stato compreso il mio problema e sono stata inviata all’unità di Alcologia dell’Azienda ospedaliera, che ancor’oggi ringrazio per seguirmi. La psicologa mi ha fatto entrare nella terapia di gruppo: da quel momento non ho mai saltato neanche una seduta. Pioggia, neve, caldo: io ci sono sempre. In tre anni non ho avuto una ricaduta».
Nel frattempo la sua vita è cambiata.
«Alle spalle avevo un matrimonio finito, nel periodo in cui ero dipendente dall’alcol vivevo da sola. La casa era sporca e non riuscivo a gestire le normali incombenze quotidiane. Lavoravo come libera professionista, ma le cose non funzionavano. Adesso vivo con i miei genitori, sono felice e sono stata assunta come dipendente. Un paio di giorni a settimana vado via qualche minuto prima dal posto di lavoro per andare a fare terapia di gruppo».
Com’è stato il primo periodo di astinenza?
«I primi mesi erano di clausura, ricordo che non volevo stare in centro nemmeno un minuto dopo essere uscita dall’ufficio per evitare di vedere i bar. Correvo verso l’auto o il bus. Mi facevo forza dicendo: non voglio tornare indietro e voglio stare bene. Poi capisci che sei tu a sbagliare, che il mondo è più grande di quanto pensi e l’impegno e la costanza aiutano a raggiungere l’obiettivo. L’alcolismo deteriora i rapporti con l’esterno ed è una malattia cronica progressiva che porta alla morte. Oggi sono una persona diversa, ho scoperto lati di me che non conoscevo».
 

Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 11:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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