Giovane agricoltore di Padova, Matteo Rango: «L'agricoltura? Una grande opportunità in questi tempi d'incertezza»

Mercoledì 2 Agosto 2023 di Maria Pia Codato
Giovane agricoltore di Padova, Matteo Rango

PADOVA - Hanno iniziato piantando un ettaro di terreno ad asparagi e da allora l’Azienda è cresciuta in maniera esponenziale fino ad arrivare oggi, dopo undici anni, a 40 ettari di terreno, corrispondenti a 100 campi padovani, tutti coltivati ad asparagi. Matteo Rango amministra la Società insieme con i suoi genitori, Marta e Filippo, e la sorella Silvia, che contemporaneamente studia all’Università, per laurearsi in Scienze Politiche. La Società Agricola Rocca, in continua espansione, si avvale di un gran numero di collaboratori, italiani e stranieri, che, lavorando assiduamente, contribuiscono a renderla sempre più competitiva nei mercati nazionali e internazionali. Nel 2017, all’età di 21 anni, per le qualità che gli sono state riconosciute, Matteo è stato nominato Presidente dei Giovani Agricoltori di Coldiretti, nomina che ha mantenuto fino al 2023. In questi anni si è impegnato a promuovere la crescita socio-culturale, professionale, imprenditoriale e sindacale dei giovani che operano in agricoltura e nelle attività connesse. Un’esperienza che definisce “unica” perchè lo ha arricchito di conoscenze specifiche nel settore da lui scelto per esprimersi, gli ha permesso di relazionarsi con la grande famiglia dei giovani agricoltori del territorio e gli ha dato nuovo slancio per continuare nei suoi progetti. Gli ha soprattutto permesso di conoscere tanti proprietari di Aziende ormai ben avviate, che ha preso come riferimento per la conduzione della propria e, in modo particolare, di rendersi conto, di quanti problemi devono affrontare quotidianamente e delle strategie che di volta in volta adottano per superarli. 
Insomma, anni impegnativi, ma molto proficui.

La riscoperta dell’agricoltura
«In tempi di instabilità economica e di incertezza sul futuro, il lavoro nei campi, pur richiedendo impegno, sacrificio, dedizione, costituisce una grande opportunità per molti giovani che, usciti dalla scuola con un diploma, non sanno come sfruttarlo. Sono convinto che siano in grado di portare una ventata di novità in un settore a lungo trascurato, ma che io conosco bene. La mia vita è come un puzzle costituito da migliaia di tasselli. Ci sono quelli “cardine”, attorno ai quali ruota la mia storia e molti di più piccoli, che rappresentano quelle emozioni che difficilmente si possono descrivere a parole: il loro collante è la passione. Da piccolo ho trascorso le giornate con i nonni. Correndo in bicicletta tra gli alberi, ero affascinato dalla frutta che raccoglievano e dai racconti di come lavoravano la terra i loro genitori e delle feste dopo la raccolta. Trascorrevo intere giornate a giocare con i miei cugini e ad aiutare la nonna in cucina. Ricordo ancora il profumo del dolce al cioccolato che ci preparava per merenda.

Sono tempi, quelli, che non dimenticherò mai». 


Come ha vissuto gli anni della scuola? 
«Il secondo tassello del mio puzzle riguarda gli anni dello studio, delle tabelline, dell’analisi grammaticale, che non era il mio forte. Amavo giocare all’aria aperta e trascorrere i pomeriggi sui libri era faticoso. Cominciavo, allora, a rendermi conto che non provavo solo riconoscenza nei confronti di mio nonno per quanto mi insegnava, ma che la sua predilezione per la terra era anche la mia. Le giornate più belle erano quelle che trascorrevo percorrendo le stradine sterrate dei campi, osservando i mutamenti che si verificavano nelle colture con l’alternarsi delle stagioni. Ero affascinato dalla bellezza sconvolgente dei campi di grano dorati e dalla maturazione dei frutti sugli alberi. Volevo cimentarmi in quel lavoro che mi incuriosiva e intimoriva insieme. Mi chiedevo, infatti, come sarei riuscito a rimanere al passo con i ritmi inarrestabili della natura e insieme a capire i bisogni delle mie colture». 


Quali colture?
«Degli asparagi, soprattutto bianchi, riconosciuti primi in Italia per bontà e precocità. Le piantagioni si estendono ai piedi dei Colli Euganei dove il terreno vulcanico consente di anticipare la produzione di un ortaggio che possiede ottime proprietà organolettiche. Lo vendiamo nei mercati italiani e stranieri. L’asparago è molto utilizzato nella cucina veneta, meno in altre regioni, perciò ne sto diffondendo la conoscenza. Le sue capacità di imprenditore sono state ufficialmente riconosciute Sì, nel 2017 sono stato eletto Delegato di Coldiretti Giovani Impresa Padova. Quel giorno mi ripetevo: “Matteo, ma in che guaio ti sei cacciato?”. Essere giudicato da una commissione mi metteva a disagio, mi riportava ai ricordi, non sempre felici, delle interrogazioni a scuola. Una volta ricevuto l’incarico, ho iniziato con entusiasmo un cammino molto entusiasmante». 


L’agricoltura, dunque, può offrire un futuro ai giovani 
«Direi di sì. Anche se penso siano poco informati su cosa voglia dire fare, oggi, l’agricoltore. Si dispone di macchine che svolgono gran parte del lavoro che anni addietro doveva fare l’uomo, lavoro che richiede capacità di adattarsi, perché tutto ruota intorno alla “volontà” della natura, che va rispettata, e poi sacrifici, passione e impegno. Io ho fatto la scelta giusta e non smetterò mai di ringraziare l’ultimo tassello, il più importante, la mia famiglia. Faccio l’agricoltore. La mia passione è l’agricoltura. Ai miei coetanei dico:”Non arrendetevi mai: inseguite i vostri sogni!”»

Ultimo aggiornamento: 14:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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