Belluno. Da mezza Italia per curare il cancro: merito del nuovo acceleratore lineare per Radioterapia dell'ospedale San Martino

La struttura si erge a eccellenza a livello triveneto, con persone che vengono a Belluno per trattamenti radioterapici anche da Bari, Catania, Roma e Torino

Giovedì 29 Giugno 2023 di Daniela De Donà
L'acceleratore lineare nel reparto oncologico del San Martino

BELLUNO - Metti un macchinario all'avanguardia l'acceleratore lineare costato 1,9 milioni di euro, installato a giugno 2022 - e un equipe giovane e volonterosa di mettersi in gioco. Ecco che il reparto di Radioterapia dell'ospedale San Martino diretto da Alessandro Magli si erge a eccellenza a livello triveneto, con persone che vengono a Belluno per trattamenti radioterapici (ovvero "pacchetti" che comprendono più sedute) oltre che da Trento (13 da gennaio), da Udine (9), da Treviso (13) ma anche da Bari, Catania, Roma, Torino: solo nei sei mesi del 2023 il totale di pazienti fuori Ulss era di 50 su 282 di cui 33 extra regione, per un totale di trattamenti da fuori Ulss che ammonta a 66 su 365 di cui 48 extra regione.

E tra il giugno 2022 e il giugno 2023 i pazienti trattati con il nuovo acceleratore sono stati 361 con 3700 sedute di radioterapia erogate (cioè irradiazioni sotto alla macchina). A farla da padrone le problematiche tumorali alla prostata e alla mammella.

LA VISITA

Ieri il reparto ha aperto le porte ai giornalisti. A guidare la visita il commissario Ulss, Giuseppe Dal Ben con la direttrice medica del San Martino, Giorgia Marcato. Dal Ben non ha nascosto l'orgoglio per un reparto «dove si uniscono altissima tecnologia e professionalità» con 9 tecnici e 4 medici («ma siamo in attesa di un quinto») che non vedono l'ora di accogliere un nuovo acquisto: ad inizio 2024 arriverà ad affiancare i due acceleratori lineari (le apparecchiature gemelle Relekta Versa HD e Elekta Synergy platform che permettono l'interscambio, senza cioè l'interruzione di trattamento per manutenzione o guasti) un TC (tomografia computerizzata) di simulazione dotata di anello ampio (big-bore): come spiegato dal primario Alessandro Magli si tratta di un' apparecchiatura nuova in grado di coprire l'intero profilo corporeo, andando a vantaggio, tra l'altro, delle persone obese.

LA PRECISIONE

«La forza del trattamento radioterapico che offriamo sta nella sua precisione balistica e nel dosaggio ha affermato Magli, laureato a Pavia e con 20 anni di esperienza maturata a Udine a precedere la scelta su Belluno noi trattiamo i pazienti con un numero minore di sedute». Circa 5 frazioni della durata di 2 minuti al posto delle tradizionali 20-28 richieste nell'ambito del percorso per la prostata e in alternativa alle 15 per il trattamento standard della mammella. «Riduciamo così gli effetti collaterali delle radiazioni», è la precisazione del primario. Si punta a seguire la ghiandola, insomma, con maggior guadagno oncologico, grazie sia alla tecnologia data dall'apparecchiatura che alla squadra. Le principali patologie di cui si occupa la squadra di Radioterapia riguardano l'ambito genito-urinario, ginecologico, polmonare, testa e collo, mammella, gastro-enterico, ematologico.

COSTI AMMORTIZZATI

L'investimento di 1,9 milioni di euro per l'acceleratore lineare sta dando i suoi frutti: è quasi ripagato, grazie ad un introito di 1,7 milioni di euro in 10 mesi (circa 300mila euro al mese). La spesa per l'aggiornamento dell'altro acceleratore in uso, invece, era ammontato a un milione di euro. Conseguenza generale delle due macchine in funzione: «Ottimizzazione delle liste d'attesa». Sia Magli che Dal Ben, infine, concordano sul fatto che specialmente nell'approccio a tumori "simili", come quelli alla prostata e alla mammella, «è cambiata la filosofia di trattamento». E non ci si vuole fermare qui. Il direttore dell'Unità di Radioterapia accenna ad un possibile ulteriore passo avanti con l'acquisto e l'utilizzo di uno speciale cuscinetto gel.

Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 13:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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