Medici e infermieri no vax, scatta la linea dura: sospesi in 828

Mercoledì 28 Luglio 2021 di Davide Piol
Ottocento sanitari sospesi a Belluno
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BELLUNO - Qualcuno alla fine si è convinto e ha deciso di vaccinarsi ma il numero di sanitari no-vax rimane comunque troppo alto. Sono 828 soltanto in provincia di Belluno, di cui 96 medici, 32 farmacisti e 192 infermieri.

Il totale sta calando, anche se lentamente - il 13 luglio era 874, mentre il 6 superava addirittura quota 900 ed è probabile che ormai siano rimasti gli irriducibili. Coloro cioè che non hanno nessun motivo valido per rifiutare il vaccino. La loro è una scelta personale che, però, entra in conflitto con il lavoro che hanno scelto e soprattutto con una legge dello Stato che ha definito la vaccinazione contro il covid «requisito essenziale per l'esercizio della professione». Nell'elenco sono compresi gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che risiedono in provincia e che sono stati oggetto di accertamento da parte dell'Ulss Dolomiti. All'interno della lista sono confluiti anche i sanitari che, pur vivendo a Belluno, lavorano però fuori dai confini provinciali e talvolta regionali (per i quali, tuttavia, rimane competente l'Ulss di residenza).

LA FOTOGRAFIA
Il totale, come abbiamo visto, è di 828 persone non vaccinate. Vediamo ora quanti sono per categoria. Tra gli esercenti le professioni sanitarie ci sono 96 medici, 32 farmacisti, 13 veterinari, 2 chimici e fisici, 192 infermieri, 8 ostetriche, 11 biologi, 60 psicologi e 100 tsrm (tecnico sanitario di radiologia medica) e altri (ad esempio assistente sanitario, ortopedico, dietista, igienista dentale, fisioterapista, logopedista, etc.). Per quanto riguarda gli operatori di interesse sanitario ci sono invece 47 oss, 2 aso (assistente di studio odontoiatrico), 265 altro (sono persone che i rispettivi datori di lavoro non hanno inserito nelle 3 categorie previste, ossia oss, aso e massofisioterapisti). L'incidenza massima è tra i farmacisti: 11,31%.

L'ALLARME
È interessante infatti capire quanto pesano i no-vax sul totale delle categorie principali. Scopriamo così che in provincia di Belluno non si sono vaccinati il 7,5% dei medici (gli iscritti all'Ordine sono 1280), il 9,8% degli infermieri (1952) e l'11% dei farmacisti (283). «Se nell'elenco di non vaccinati ci fosse un solo medico, sarebbe comunque di troppo» sottolinea Stefano Capelli, presidente dell'Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri. Poi esprime una riflessione sul totale: «Secondo me è sovrastimato. Possono esserci stati dei problemi di comunicazione tra i vari elenchi (quello fornito dagli Ordini e quello delle Ulss, ndr). Senza contare gli iscritti a Belluno che magari stanno facendo la specializzazione a Udine». E ancora: i medici per i quali non sono passati ancora 6 mesi dalla guarigione post covid o che hanno motivi validi, di tipo sanitario, per rifiutare il vaccino. Rimangono anche alcune posizioni su cui la commissione del Dipartimento di Prevenzione sta eseguendo degli accertamenti. Ma al di là dei numeri, continua Capelli, «anche un solo medico non vaccinato è una sconfitta». «In termini assoluti spiega - è un non-senso, soprattutto alla luce delle conoscenze attuali. Spero che le comunicazioni da parte dell'Ulss Dolomiti arriveranno nel più breve tempo possibile».

LE LETTERE
E sarà così. Ora sui sanitari non vaccinati scatta la linea dura anche in Veneto. Il via libera è arrivato dalla commissione nazionale Salute, che si è riunita ieri pomeriggio, martedì 27 luglio, e ha affrontato anche questo nodo, su richiesta dell'assessore Manuela Lanzarin. Ad occuparsene sarà l'azienda sanitaria, datore di lavoro degli addetti. L'imposizione vale fino al 31 dicembre. «Mi auguro di no ma si potrebbe arrivare alla chiusura dei reparti - prosegue Capelli -. Però c'è una legge. Cosa facciamo, teniamo aperto con gente non vaccinata?». Un altro numero alto riguarda gli infermieri, anche se rispetto a qualche settimana fa più di 20 persone hanno deciso di vaccinarsi. «Il 13 luglio erano 216 - precisa Luigi Pais dei Mori, presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche - ora sono 192. Poco meno del 10%. È un dato che mi fa molto dispiacere. L'Ordine farà l'Ordine e procederemo con le sospensioni». Certo, ma prima è necessario l'arrivo della comunicazione da parte dell'azienda sanitaria. Nel frattempo «continua la valutazione dei sanitari che hanno espresso posizioni palesemente antiscientifiche tramite social media». Per ora sono tre e rischiano tutti un procedimento disciplinare.
 

Ultimo aggiornamento: 21:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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