Via libera dalle Regioni partono le sospensioni di 18.766 sanitari no-vax

Mercoledì 28 Luglio 2021
LA SITUAZIONE
VENEZIA Il tempo degli approfondimenti è terminato: ora sui sanitari non vaccinati scatta la linea dura anche in Veneto. Il via libera è arrivato dalla commissione nazionale Salute, che si è riunita ieri pomeriggio e ha affrontato pure questo nodo, su richiesta dell'assessore Manuela Lanzarin. «In attesa dell'esito dei ricorsi, diamo applicazione alla legge», ha annunciato la titolare della Sanità, una macchina che è costretta a fare i conti con 18.766 professionisti e operatori (di cui metà fra Padova e Treviso) su cui sono in corso le verifiche da parte delle Ulss.
I NUMERI
Anticipati nei giorni scorsi, i numeri sono stati confermati e dettagliati da Palazzo Balbi, con due precisazioni. La prima: negli elenchi sono riportati solo i soggetti residenti in Veneto. La seconda: le elaborazioni sono state condotte sulle liste fornite dai rispettivi Ordini professionali e dai datori di lavoro, cioè dalle aziende, per cui «eventuali errori di classificazione dipendono da quanto è contenuto negli elenchi che la Regione ha ricevuto». Fatte queste premesse, il totale dei sanitari che al momento non risulta in regola con la legge in Veneto si articola in 2.574 medici, 891 farmacisti, 328 veterinari, 75 chimici e fisici, 4.480 infermieri, 289 ostetriche, 300 biologi, 1.912 tecnici e assistenti sanitari, 1.768 psicologi, 540 operatori sociosanitari, 42 assistenti di studio odontoiatrico, 1 massofisioterapista e 5.566 appartenenti alla categoria altro. A riguardo di quest'ultima voce, gli uffici regionali specificano che si tratta di addetti che non sono stati censiti dai rispettivi datori di lavoro nelle tre categorie previste, e cioè quelle degli operatori sociosanitari, degli assistenti odontoiatrici e dei massofisioterapisti, per cui «non è detto che tali soggetti siano effettivamente operatori di interesse sanitario, potrebbero essere lavoratori non soggetti all'obbligo vaccinale inseriti erroneamente».
LE LETTERE
Comunque sia, adesso possono partire le lettere, comprese le 186 che l'Ulss 2 Marca Trevigiana aveva bloccato alla partenza, dopo che la sola Ulss 8 Berica aveva notificato le prime 34 sospensioni. «Ci siamo confrontati tra Regioni riferisce l'assessore Lanzarin osservando diversi livelli di avanzamento. Alcune realtà sono più avanti, come la Liguria e la Lombardia, ma tutte condividono il problema del personale e la presenza di ricorsi. Staremo a vedere i pronunciamenti dei giudici, con l'auspicio che l'orientamento sarà lo stesso dappertutto. Nell'attesa, abbiamo deciso di imboccare una linea comune, dando applicazione alla legge. Ad occuparsene saranno le aziende sanitarie e ospedaliere, in quanto datrici di lavoro degli addetti, nella consapevolezza che l'imposizione vale fino al 31 dicembre». Al momento le Regioni non hanno fatto una scelta condivisa sulle modalità con cui sopperire al personale indisponibile nelle posizioni indispensabili. Le difficoltà sono note: «Parliamo di alcuni medici di medicina generale che hanno 1.500 assistiti e degli infermieri delle case di riposo, ma su questo ci confronteremo con il Governo», conclude Lanzarin.
IL BOLLETTINO
Nel frattempo il bollettino di giornata registra 490 nuovi casi (433.627 dall'inizio). I ricoverati in area non critica sono 174, quelli in Terapia intensiva 20. Altri 2 decessi portano il tragico totale a 11.634.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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