Pronto soccorso, turni scoperti, organici ridotti: il futuro è dei privati

Domenica 26 Marzo 2023 di Yvonne Toscani
Pronto soccorso, turni scoperti, organici ridotti: il futuro è dei privati

AURONZO - Non soltanto Neurologia, la spada di Damocle dei tagli pende anche su altri reparti. Che manchino medici, lo si sa da tempo. Ma a mancare, ormai, sembrano essere anche le alternative. O si appalta o si chiude, in sostanza. Ai piani alti dell'Ulss 1 Dolomiti sembrano avere le mani legate: «Esternalizzare è l'unica soluzione attualmente possibile per garantire le prestazioni in tutti i nostri ospedali, dopo che da anni si stanno tentando tutte le strade percorribili per reperire personale aveva dichiarato Maria Grazia Carraro, dg dell'azienda bellunese-.

L'alternativa sarebbe ridurre i servizi o le sedi, cosa che non è nei miei programmi». I conti saranno infatti davvero salati: 8 milioni se ne andranno per i servizi d'urgenza ad Agordo, Belluno, Feltre e Pieve, cui sommare i 645mila euro destinati alla Medical Service Sudtirol, che garantirà il servizio per i prossimi 3 mesi. Nel frattempo, però, anche i contratti già firmati non sono esenti da brutte sorprese. Così ad Auronzo l'Ulss ha accettato di pagare 17mila euro in più di quanto stipulato con la società Castel Monte scs onlus di Montebelluna; l'alternativa, una rescissione del contratto per gli oneri troppo elevati a carico della società dovuti ai maggiori costi sostenuti negli ultimi tempi.


IL CASO
Proprio al presidio sanitario di Auronzo si è verificato un caso che evidenzia la criticità del momento per la sanità bellunese. Una persona con il femore fratturato, ha dovuto essere accompagnato in auto da Auronzo al pronto soccorso di Pieve per essere curata, dopo l'intervento degli operatori del Punto di primo intervento di Auronzo. Protagonista suao malgrado, una donna della Val d'Ansiei, la cui vicenda viene raccontata dall'instancabile volontario Giacomo Maroldo. A seguito di dolori e dell'evidente difficoltà nel muovere la gamba, nello stare in piedi, è stato allertato il "118", che si è presentato con gli operatori e l'ambulanza di stanza al vicino Ppi dell'ospedale auronzano.
«Sono saliti nell'abitazione racconta il famigliare . L'hanno visitata e poi l'hanno fatta sedere su una sedia e portata al pian terreno. Una volta scesi, mi hanno chiesto quale fosse la mia auto». Un'insolita domanda, davanti ad un infortunio così importante. «Inizialmente ho pensato di aver capito male continua Giacomo Maroldo . Ho spiegato che era la vettura parcheggiata davanti all'ambulanza e gli operatori mi hanno replicato di aprirla per farla accomodare, poiché avrei dovuto portare io l'infortunata all'ospedale».


IL QUESITO
Ancor oggi Maroldo non ha compreso il motivo della richiesta. Una volta giunti al nosocomio Giovanni Paolo II di Pieve, è stato provveduto ad effettuare l'esame radiologico, che ha riscontrato la rottura del femore, con il conseguente trasferimento all'ospedale San Martino di Belluno, dove poi è stata operata e dimessa, secondo il racconto del parente, senza alcuna fisioterapia. «A cosa servono le ambulanze e il Punto di primo intervento di Auronzo tuona Giacomo Maroldo . La sanità bellunese da gioiello che era, è precipitata ad un livello qualitativo pessimo, si salva solo l'assistenza domiciliare. Sono indignato: se le strutture non funzionano, si chiudano, qui in Cadore siamo abbandonati da tutti e siamo considerati solo per il pagamento delle tasse».
 

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