Ponte Veneggia, lavori ritardati da un cavo telefonico Telecom

Martedì 16 Gennaio 2024 di Federica Fant
foto di repertorio

BELLUNO - Il 2024 sarà l’anno del ponte della Veneggia a patto che Telecom risponda al Comune in merito ad un cavidotto nelle vicinanze dell’opera.

Sono giorni di programmazione intensa questi per Palazzo Rosso, che sta definendo come procedere. «Stiamo interpellando tutti i soggetti – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Franco Roccon -, bene che la Provincia abbia risposto alla lettera inviata a inizio dicembre fissando l’appuntamento per il 18 gennaio. Quel giorno definiremo i dettagli del trasporto pubblico (verificare gli angoli di curvatura per esempio), abbiamo la disponibilità di DolomitiBus di rivedere il piano del traffico. Bim Gsp ci ha già dato le sue condizioni. Infine abbiamo sollecitato più e più volte Telecom affinché ci desse risposte in termini di tempistica per lo spostamento di cavidotti in loco». 

L'ASSE
L’asse principale diverrà via Ugo Neri e le sue vie d’accesso, ma per i dettali bisognerà attendere la riunione del 18 gennaio. «Stiamo predisponendo – assicura Roccon – una brochure dettagliata da distribuire a cittadini e commercianti per spiegare quali saranno gli accessi per la città e i percorsi alternativi. Ci sarà una cartina segnaletica orizzontale e verticale che verrà adeguata alla chiusura del ponte». Ad aggiudicarsi le opere la Italbeton di Trento (che subappalterà all’impresa Deon), con un ribasso offerto pari a 12,805% per un importo contrattuale complessivo di 348.886,20 euro, compresi gli oneri per la sicurezza pari a 18.827,16 euro oltre agli oneri fiscali. I lavori di realizzazione della pista in via Vittorio Veneto tra la sede Arpav e via degli Agricoltori cominceranno fra qualche settimana e dureranno – stando al contratto – 75 giorni. La pista, finanziata con fondi Pnrr per 390mila euro, sarà a sbalzo, si estenderà per 79 metri a lato del ponte sul Rio Cusighe, direzione nord, sarà una struttura attaccata al ponte e proseguirà la ciclabile di via Tiziano Vecellio. La larghezza di 2 metri e 50, infatti, permetterà la sicura circolazione di pedoni e biciclette. L’attività progettuale consisterà nella verifica statica e sismica di una struttura in acciaio a sbalzo collegata con travi all’opera esistente. Il progetto del rifacimento del ponte nasce anni fa, quando l’assessore Biagio Giannone cercò i primi finanziamenti (poi aggiudicati dalla Regione) per la messa in sicurezza del manufatto. Cambiata l’amministrazione, proprio il sindaco Oscar De Pellegrin quando ancora non aveva nominato la sua giunta, prese subito in mano la questione e si fece spiegare dagli uffici il progetto. Nello stesso periodo infatti si stavano svolgendo opere anche nella parallela a Levego: impensabile chiudere due accessi a Belluno contemporaneamente. Quindi, una volta insediata la giunta, in accordo con l’assessore Roccon, venne deciso di rimodulare il progetto cercando soluzioni diverse e, possibilmente migliorative. 


IL PRECEDENTE
«In agosto il Comune ha fermato l’avvio del cantiere per trovare una soluzione diversa, che creasse meno disagio possibile ai cittadini -spiegavano il sindaco De Pellegrin e l’assessore Roccon- Quando ci siamo insediati avevamo bloccato tutto perché ci eravamo accorti che la Soprintendenza obbligava il Comune di Belluno a mantenere i due muretti originari del ponte, che insieme occupavano una larghezza di oltre un metro e mezzo. Mantenerli avrebbe causato costi aggiuntivi e diverse problematiche. Il nostro obiettivo è quello di allargare il ponte e siamo riusciti, dialogando con la Soprintendenza, a ottenere la possibilità di posizionare dei guardrail». Quindi il nuovo ponte procurerà senz’altro disagi agli automobilisti ma Palazzo Rosso e gli altri soggetti coinvolti stanno predisponendo una viabilità alternativa il più possibile scorrevole. Queste sono le intenzioni. 
 

Ultimo aggiornamento: 16:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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