FONZASO - «Questa volta ad essere azzannato e a finire dritto dal veterinario con ferite multiple è stato il nostro gatto. Poi toccherà ai nostri bambini? No, non ci sto. Chi non è in grado di custodire adeguatamente cani di grossa taglia, per natura aggressivi, non dovrebbe poterli tenere in casa. Né tanto meno, appunto, liberarli tranquillamente in giro e consentirgli di venire nella nostra proprietà privata». Mamma Beatrice è stanca. Quello descritto, l'incursione nella loro proprietà del pitbull del vicino, è l'ennesimo episodio di una lunga serie che da anni caratterizzano la difficile convivenza con una famiglia vicina di casa, in particolar modo con la moglie-madre. «Una situazione problematica - sottolinea - che viene rimpallata tra più enti che si incontrano e si confrontano. Ma la faccenda, purtroppo, non cambia. Intanto, però, a vivere un'esistenza d'inferno siamo noi».
LO SFOGO
Beatrice è un fiume in piena. «Non ne possiamo più - afferma -. La mia famiglia vive qua da sette anni e da allora è stata una via crucis: urla, chiasso, ingiurie, dispetti, danneggiamenti. La stessa cosa per gli altri vicini di casa, una decina di famiglie, che a suo tempo hanno anche presentato denuncia. È inaccettabile, ad esempio, muoversi a piedi nei pressi della propria abitazione ed essere presi a sassate o, semplicemente, non sentirsi padroni di stare in giardino per paura di essere aggrediti in qualche maniera. Come l'altro giorno quando i miei bambini erano fuori a giocare e il cane dei vicini, incustodito, è corso da noi e ha azzannato il gatto.
I SOLLECITI
La situazione, che nel complesso dura da oltre vent'anni, è stata sottoposta più e più volte alle autorità competenti. «Sia la mia famiglia che gli altri vicini di casa della frazione - ricorda - abbiamo ripetutamente segnalato la cosa a sindaco, polizia locale, carabinieri, carabinieri forestali, Usl, servizi sociali, servizi psichiatrici e perfino al prefetto a cui abbiamo scritto giusto di recente. L'esito finale, però, è che la signora continua a fare la sua vita normalmente mentre noi dobbiamo subire la sua presenza tutt'altro che amichevole. Ed è mortificante perché non ci sentiamo né liberi né sicuri». Secondo mamma Beatrice e vicini di casa la questione va contenuta al più presto. «O dobbiamo attendere forse - si chiede - che avvenga una tragedia?».