Neurologia a rischio chiusura, il grido d'allarme di Lauria Pinter: «Presidio cruciale, non va smantellato»

Venerdì 24 Marzo 2023
Il dottor Giuseppe Lauria Pinter

BELLUNO - Non una, come ha sempre detto l'Ulss prima di mercoledì, ma due. Dal mese di giugno le "cessazioni" di Dirigenti medici dal reparto di Neurologia del San Martino di Belluno saranno due: Sandro Zambito Marsala che ha presentato le dimissioni, e Matteo Colombo che ha vinto un concorso per un'altra sede. Quindi in corsia rimarranno solo tre dirigenti. Il "segreto" che i corridoi del San Martino hanno conservato finora e che la Direzione Ulss mai aveva prima divulgato, è noto da più di un mese anche ai presidenti della Provincia Roberto Padrin e della Regione Luca Zaia. La notizia senza i nomi dei medici - è contenuta in una lunga analisi che il medico bellunese Giuseppe Lauria Pinter, ordinario di Neurologia dell'Università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Irccs dell'Istituto Neurologico "Carlo Besta" di Milano, un'eccellenza del settore, ha inviato in data 21 febbraio scorso ai presidenti di Provincia, Regione e Rotary Club Belluno.

Un medico ben conosciuto a Belluno che nello scorso novembre è stato anche fra le persone che hanno avuto un riconoscimento fra i "Bellunesi che hanno onorato la provincia in Italia e nel Mondo". «La Neurologia di Belluno - scrive il medico -, unica dal confine con l'Austria, svolge un servizio fondamentale nella gestione delle emergenze tempo e non tempo dipendenti: il suo mantenimento a Belluno, città baricentrica nel territorio provinciale è essenziale».

I CONTATTI
Il medico Lauria Pinter, fra l'altro, conosce bene il reparto. «Sono nato e cresciuto a Belluno - premette il dottore - dove risiedono i miei genitori, fratelli e nipoti. Ho iniziato la mia carriera nel reparto di Neurologia del San Martino dove ho eseguito studi epidemiologici sulla frequenza dell'ictus cerebrale nella provincia. Nel corso degli ultimi 20 anni ho sempre mantenuto stretti contatti con i colleghi neurologi di Belluno, con i quali ho collaborato per la discussione di casi clinici complessi e progetti di ricerca, apprezzandone l'elevata professionalità e qualità assistenziale offerta ai pazienti». La sua è una lettera che brilla per la lucidità dell'analisi della situazione del reparto bellunese, di cosa esso sia stato in grado di fare finora e di cosa non potrà più garantire. Ragionamenti sostenuti da numeri e confronti. Quindi inoppugnabili.

LA FUGA DI NOTIZIE
Lo spunto da cui parte Lauria Pinter è costituito dalle notizie apparse sulla stampa "del serio rischio di chiusura dell'Unità di Neurologia". E di fronte all'impegno «nel percorrere tutte le strade possibili per mantenere attive le attività di ricovero e ambulatoriali di entrambe le Neurologie aziendali» che l'Ulss ha reso noto mercoledì, un medico del San Martino ha detto che «è come chiudere la stalla quando i buoi sono ormai scappati». E non possono non venire in mente le parole dell'Ordine dei Medici che la settimana scorsa scriveva che la Direzione Ulss non ha reso il «sistema gratificante per i professionisti medici». Sempre nelle corsie dell'Ospedale cittadino ha dato fastidio che nel corso della conferenza stampa per la presentazione dei nuovi primari di mercoledì, le dimissioni del dottor Massimo Boaretto siano state declassate a "ciacole": sono state presentate e protocollate in data 10 marzo. Notizia non smentita.

SCENARI
Ora, tornando alla lettera di Lauria Pinter, quelle del medico che opera a Milano intendono essere «considerazioni contributive ad un'analisi delle attività specialistiche» nel contesto cittadino e provinciale. Prima ancora di addentrarsi nel merito del contesto locale, ricorda che le malattie neurologiche sono la seconda causa di morte e la prima di disabilità permanente e che il loro esito dipende dal tempo di intervento dopo l'insorgenza dei sintomi. Ne discende la prima conclusione: «È evidente che la presenza di un presidio ospedaliero con un adeguato numero di medici in grado di garantire diagnosi e terapie in tutte le ore del giorno e della notte è cruciale. La chiusura del reparto di Neurologia, se non altro in considerazione della dimensione e struttura territoriale della provincia di Belluno, determinerebbe uno scenario che risulterebbe incomprensibile per i cittadini».

I DATI
La lettera è fitta di numeri che anziché essere aridi, danno corpo e nerbo alle argomentazioni. «Un bacino d'utenza di circa 135mila cittadini che durante la stagione estiva aumenta fino ad oltre un milione di persone». In provincia la popolazione è «prevalentemente anziana e la patologia con più elevata incidenza è l'ictus cerebrale che causa circa il 60% dei ricoveri in un anno». Eventi il cui danno può essere contenuto attraverso terapie cosiddette tempo-dipendenti e la «Neurologia di Belluno è l'unico reparto dell'intera provincia in grado di garantire queste procedure terapeutiche che, se effettuate in tempo utile, evitano la lesione cerebrale che, in caso contrario, può condurre alla morte del paziente o a una disabilità di solito molto grave». Il reparto gestisce inoltre molte altre emergenze sanitarie tempo dipendenti (emorragia cerebrale, epilessia, paralisi acute, lesioni del midollo). Ed è a disposizione dei Pronto Soccorso degli Ospedali di Agordo, Pieve di Cadore e Cortina, in guardia 8-20 e pronta disponibilità 20-8.

      

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