Violento, alcolista, geloso: dopo tre anni finisce l'incubo, braccialetto elettronico al marito

Giovedì 14 Dicembre 2023 di Olivia Bonetti
Moglie maltrattata

FELTRE - Era obbligata a scrivere messaggi al marito comunicando ogni suo spostamento, perché lui doveva sapere ogni cosa. Non poteva parlare in casa perché lo disturbava, non poteva andare dal parrucchiere o gestire il proprio stipendio. E poi le botte e gli insulti continui anche davanti ai bimbi, che in più di un occasione erano accorsi per aiutare la mamma. Un inferno la vita in quella casa di Feltre in cui una donna, una 37enne feltrina, era praticamente segregata in casa dal marito, potendo uscire solo per andare a lavorare e per protare i bambini a scuola. E lui, padre padrone, un 34enne di origine tunisina, cittadino italiano beveva fumava e tornava a casa sempre ubriaco. I fatti sono andati avanti per tre anni fino a inizio dell'aprile scorso quando scattò l'arresto del marito. L'altro giorno in tribunale a Belluno il caso approdato di fronte al giudice: il processo si farà con rito abbreviato. Dopo la detenzione e i domiciliari il 34enne ha un braccialetto elettronico anti-stalking alla caviglia.

Deve stare lontano dalla moglie, anche lei dotata di dispositivo che suonerebbe in caso di avvicinamento dell'uomo.

LE ACCUSE
Il 34enne è accusato di gravi maltrattamenti ai danni della moglie aggravati dalla presenza dei figli. Sono contestate condotte dal 2021 ma anche precedenti. Il tutto è partito da una segnalazione ai Servizi sociali fatta dalla scuola del feltrino che aveva individuato un malessere nella madre che portava i figli a scuola. Da lì scattarono le indagini condotte dai carabinieri di Feltre, coordinati dal sostituto procuratore Alberto Primavera. Venivano svolti diversi accertamenti che portarono poi all'arresto dell'uomo mentre si trovava al lavoro.

LE AGGRESSIONI
Emerse il quadro terribile di come si viveva in quella casa. Tra gli episodi ricostruiti la notte tra il 10 e 11 febbraio scorso quando l'uomo rientrato ubriaco sarebbe andato in camere da letto per svegliare la moglie che dormiva, intimandole di seguirlo in cucina. Lì il terzo grado: le avrebbe chiesto ripetutamente se qualcuno al lavoro le avesse fatto avances e quando lei "confessava" di aver solo bevuto un caffè con la collega sarebbero partiti gli schiaffi. Poi il marito avrebbe preso un coltello puntandolo al collo della donna. Nel frattempo arrivarono i figli e lui non si sarebbe fermato. Alla fine avrebbe fatto inginocchiare la donna e l'avrebbe costretta dire cose terribili di se stessa di fronte ai bambini. Poi ancora colpi e botte per almeno due ore. Gli altri episodi ricostruiti, avvenuti nel 2022 vedono ancora violenza e tirate di capelli e insulti come «cicciona, sei pelosa, solo i vecchi ti vogliono».

L'ALLONTANAMENTO
Il 34enne è finito in carcere e ha trascorso cinque mesi in custodia cautelare in carcere, poi la scarcerazione operata dopo che il proprio difensore, l'avvocato Martino Fogliato, otteneva l'avvio di un programma di monitoraggio e rieducazione dell'imputato innanzi ad una struttura fuori dalla provincia di Belluno. Nel frattempo la donna e i bambini venivano collocati in una struttura protetta ove ancor oggi risiedono. L'uomo, come detto, è oggi sottoposto alla misura speciale del doppio braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento.

L'UDIENZA
Martedì è comparso con il proprio difensore, avvocato Martino Fogliato, in Tribunale di Belluno innanzi al gup Elisabetta Scolozzi per affrontare l'udienza preliminare nella quale erano presenti il pm e il difensore della donna, l'avvocato Enrico Rech che ha perfezionato la costituzione di parte civile per la sua assistita. Nessun commento da parte dei difensori al termine dell'udienza. Si sa solo che l'imputato ha chiesto di essere giudicato in rito abbreviato: l'udienza è fissata per il 6 febbraio.
 

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