Donne vittime di violenza: a Belluno avranno avvocata e consulente gratis

Giovedì 30 Novembre 2023 di Giovanni Santin
la riunione di ieri mattina in Prefettura

BELLUNOImmaginato a partire dal 2014, attivo dal 2016 e poi rinforzata ulteriormente dal 2019, la task force istituzionale che in questi anni ha messo a punto il “percorso rosa” è pronta ad aggiungere un altro tassello che rafforza una procedura che intende garantire assistenza alle donne vittime di violenza. Presentato ieri in prefettura, il protocollo verrà formato ufficialmente sabato ed offrirà alle donne in difficoltà perché vittime di violenza una consulenza gratuita con un professionista, che sarà sempre una donna: avvocate, dottoresse commercialiste o consulenti del lavoro.

LE PROFESSIONISTE
Si tratta di figure importanti che spesso le donne non riescono a permettersi, perché la violenza si declina anche con l’esclusione dalla disponibilità economica. E se è facile immaginare il ruolo che potranno avere le figure dell’avvocata e della consulente del lavoro, va forse precisato quello della commercialista che sosterrà le donne per questioni legate alla gestione economica e finanziaria perché, ancora una volta, accade spesso che esse non siano state messe a parte di molte informazioni nella gestione dei beni di famiglia.

LO SPORTELLO
Quindi una donna che telefonerà alle forze dell’ordine o al numero di Belluno-Donna, potrà essere messa in contatto con professioniste che la aiuteranno a compiere i primi passi che le permettano di uscire da una situazione di difficoltà. E ieri è stato precisato che la professionalità è solo uno dei requisti richiesti per poter entrare a far parte di questa rete di sostegno; il secondo è la formazione, condizione necessaria per potersi mettere a disposizione.

LA SQUADRA
La rete del percorso rosa è composta da prefettura, questura, forze dell’ordine, comuni di Belluno e Feltre, Belluno-Donna, Soroptimist, Fidapa e Belluno welfare. A presentarla e a ricordarne le tappe, il prefetto Mariano Savastano che ha ricordato che l’istituto dell’ammonimento è sì molto diffuso in Italia visto che registra 3.100 episodi all’anno, ma anche che dopo tale provvedimento emesso dal questore la recidiva è bassissima. «Ma il punto vero - ha sottolineato il prefetto - è che bisogna individuare quando inizia il ciclo della violenza per riuscire ad offrire un aiuto immediato, anticipato ed efficace».

IN PRIMA LINEA
Il comandante dei carabinieri, il colonnello Enrico Pigozzo, ha osservato: «Se le parole hanno un peso, ancora più importante è il ruolo dei fatti. Ed ora, dopo tanta indignazione di fronte anche a fatti recenti, è il momento di sostenere nei fatti il volontariato che si spende in difesa delle donne». Valentina Benvegnù, comandante della squadra volante di Belluno, ha aggiunto che la presentazione è stata fatta proprio in questo momento, perché ora l’opinione pubblica è molto sensibile a questo tema. All’incontro in prefettura erano presenti anche le rappresentanti di Soroptimist, Fidapa e Belluno-Donna. Per il primo sodalizio sono intervenute Maria Grazia Passuello e Maria Cristina Zoleo che dopo aver messo in campo le professionalità messe a disposizione della rete, hanno sottolineato che l’urgenza è quella di garantire ad una donna le necessità – da una ospitalità a sostegni diversi - una volta che ella abbia denunciato. Facendo riferimento agli obiettivi della propria associazione, Caterina Gasparo (Fidapa) ha ribadito che il maggiore ostacolo alla realizzazione di una donna è proprio subire violenza. Infine Ida Bortoluzzi (Belluno-Donna, che già offre avvocate e consulenza tramite lo sportello di avviamento al lavoro) ha ringraziato la comandante Benvegnù per la collaborazione e ha ribadito l’importanza che tutto il personale che si confronta con una donna vittima di violenza abbia prima affrontato una formazione specifica.

IL NODO
La stessa Bortoluzzi ha infine riferito di aver ricevuto rassicurazioni dalla regione («Ma quando mi dicono di stare tranquilla, allora mi preoccupo») che possano essere superate le condizioni capestro che impongono ai Centri anti-violenza una reperibilità per 24 ore al giorno per poter accedere ai fondi.

Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 11:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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