Castelfranco. Barbiere stalker si riavvicina alla ex nonostante il diveto: arrestato

Martedì 28 Novembre 2023 di Maria Elena Pattaro
Castelfranco. Barbiere stalker si riavvicina alla ex nonostante il diveto: arrestato

CASTELFRANCO (TREVISO) - Condannato per stalking tre mesi fa, infrange il divieto di avvicinamento alla 26enne e si presenta davanti alla scuola del figlioletto di lei, per chiarire. La giovane, spaventatissima, chiama le forze dell’ordine e il suo persecutore finisce in carcere. Il giudice ha aggravato la misura a un 40enne albanese, ex titolare di un salone di barbiere in centro a Castelfranco. Lo scorso luglio l’uomo era stato condannato a un anno e 8 mesi, con la condizionale, per atti persecutori e tentata violenza privata. Il giorno in cui la sua connazionale era scappata di casa per sfuggire alle violenze, lui l’aveva fermata in macchina e le aveva puntato contro una pistola giocattolo avvolta in un asciugamano per dare più concretezza alle intimidazioni. Le accuse più gravi, quelle per violenza sessuale e maltrattamenti, invece non avevano retto il processo. Il tribunale di Treviso aveva confermato inoltre la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da lei frequentati, compresa la scuola del figlio. Peccato che a fine ottobre l’uomo si sia presentato proprio davanti all’istituto con l’intento di chiarire: voleva chiedere alla 26enne il motivo per cui lei lo aveva denunciato per stupro (accusa poi caduta durante il processo di primo grado). Una mossa decisamente incauta, che gli si è ritorta contro. Il 40enne infatti è stato rinchiuso a Santa Bona.

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LA VICENDA
La vicenda risale al periodo compreso tra agosto del 2021 e settembre del 2022. Secondo la versione della donna (assistita dall’avvocata Paola Miotti), l’interesse morboso del barbiere sarebbe cominciato quando lei aveva portato il figlio piccolo a tagliarsi i capelli nel suo salone, come lei stessa aveva raccontato in aula. Proprio lì sarebbe avvenuta una prima violenza sessuale: l’uomo (difeso dall’avvocata Sara Scattolin) ’avrebbe “drogata” con una sostanza sciolta nell’aperitivo per poi abusare di lei. L’avrebbe tenuta per mesi sotto scacco con la minaccia di divulgare alcune foto hot scattate a sua insaputa. Poi, a giugno del 2022 l’avrebbe convinta a lasciare il marito per trasferirsi a casa sua insieme al figlio piccolo. Lei avrebbe ceduto al ricatto, salvo poi trovarsi catapultata in un incubo, fatto di maltrattamenti e violenze. L’occasione di scappare da quella “prigionia” le si era presentata tre mesi dopo, approfittando di un soggiorno all’estero del 40enne. Lui però, scoperta la fuga, era arrivato a fermarla in auto per strada e a minacciarla con una pistola giocattolo avvolta in un asciugamano. L’agguato era avvenuto a Resana e soltanto il colpo di clacson e il grido di aiuto avevano scongiurato il peggio. 


IL KANUN 
Nel corso del processo, dalle testimonianze della cerchia familiare era emerso anche il riferimento al Kanun, il codice d’onore medievale, tuttora rispettato, che prevede tra le altre cose la punizione per le donne adultere che abbandonano il marito per un altro uomo.

Ultimo aggiornamento: 10:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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