Boschi a fuochi: gli incendi non sono accidentali, ora è caccia al piromane

Sabato 26 Marzo 2022 di Davide Piol
Incendio a Longarone

BELLUNO - C'è sicuramente la mano dell'uomo dietro gli incendi che stanno divorando i boschi bellunesi. È quanto emergerebbe non soltanto dalle indagini, affidate ai carabinieri forestali, ma anche dai sopralluoghi di coloro che sono impegnati ogni giorno nelle operazioni di spegnimento. «La causa è legata all'uomo sottolinea il comandante provinciale dei vigili del fuoco Antonio Del Gallo che poi abbia avuto un'origine colposa o dolosa, non ne ho idea.

Ma non ci troviamo davanti ai soliti fenomeni che scoppiano d'estate. Inoltre è difficile che a quote così elevate vi siano degli inneschi naturali». Insomma, tutto propende verso un'unica direzione: qualcuno è salito in cima al monte e ha appiccato gli incendi. Per ricostruire quanto accaduto mercoledì, giorno in cui sono divampate le fiamme, potrebbe venire in aiuto un filmato pubblicato anche nel sito www.gazzettino.it che ha ripreso la vallata dalle prima luci dell'alba fino a sera. Si tratta di una telecamera fissa posizionata fuori da un rifugio in Nevegal. Le riprese sono in modalità time-lapse, quindi non è facile vedere nel dettaglio come si propaga l'incendio ma potrebbe essere utile da un punto di vista cronologico dal momento che ogni fermo immagine ha il suo orario.

L'ACQUISIZIONE

Il filmato si trova nelle mani dei carabinieri forestali che stanno eseguendo le indagini ed è presto per trarre conclusioni. Tuttavia, stando a fonti investigative, si può affermare che non ci sarebbe alcuna correlazione tra lo scoppio dell'incendio e le esercitazioni militari. Pare, inoltre, che le circostanze in cui sono divampate le fiamme in particolar modo quelle legate al luogo, impervio e disabitato abbiano fatto escludere la natura colposa del reato. Si ritorna quindi all'ipotesi vagliata dal comandante dei vigili del fuoco: è opera dell'uomo. «Non è da escludere che sia doloso spiega Del Gallo c'è un'ipotesi al vaglio dei carabinieri forestali. Le fiamme sono partite in alto, in zone non abitate. Certo, la stagione è quella che è. Tutto è molto secco e anche in passato abbiamo avuto eventi simili in questo periodo. Che questi siano dolosi o colposi, o dovuti all'incuria, è difficile dirlo». I vigili del fuoco sono impegnati a 360 gradi. Durante il giorno raggiungono punte anche di 27 uomini impegnati sul campo, mentre la notte scendono a 10 unità, con il compiuto di presidiare le abitazioni ed evitare che le lingue di fuoco si avvicinino troppo alle case. «Siamo molto impegnati continua Del Gallo Soprattutto con mezzi aerei, ma ci sono anche squadre di terra. È un periodo di grande lavoro: ho sentito anche il Centro operativo nazionale e mi hanno spiegato che non riguarda solo la nostra regione ma tutto l'arco alpino, tant'è che i mezzi che stiamo utilizzando noi li stanno chiedendo anche altri. È un periodo di difficoltà generale». La situazione, ieri mattina, sembrava in miglioramento e in via di risoluzione. Purtroppo nel primo pomeriggio, soprattutto nella zona di Soffranco dove l'incendio era quasi sotto controllo, ha cominciato a soffiare un forte vento che ha fatto ripartire i focolai. «Risentiamo molto delle condizioni atmosferiche racconta Del Gallo che limitano le attività mezzi di soccorso. Ci sono valli in cui il fumo si accumula e fa fatica ad andarsene rendendo complicate le operazioni con il canadair».

L'ATTENZIONE RIMANE ALTA

Conclusione? «Non possiamo abbassare la guardia». Le operazioni di spegnimento, vista la situazione che si è creata ieri, proseguiranno oggi e anche domani: «Ci stiamo preoccupando per continuare a garantire questa attività, ci stiamo già organizzando. Prevediamo di mantenere questo dispositivo attivo ancora per un paio di giorni».
 

Ultimo aggiornamento: 11:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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