Stalking a Borgo Valbelluna, Maicol Zanella aveva paura del suo capo dentista: «Temeva per la sua vita, aveva stipulato una polizza»

Lunedì 10 Luglio 2023 di Redazione Belluno
Stalking a Borgo Valbelluna, Maicol Zanella aveva paura del suo capo dentista

BORGO VALBELLUNA (BELLUNO) - «Il comportamento del Carpene era stato tale da averla indotta a temere addirittura per la sua vita». Nelle 11 pagine di motivazione il giudice Antonella Coniglio sulla base delle testimonianze raccolte nel processo ripercorre quei mesi da incubo vissuti da Maicol Zanella, originaria di Quero Vas morta 7 anni fa a 22 anni per cause naturali nella sua casa di Lentiai. «Era arrivato ad aggressioni fisiche, riferite dalla madre, e riportate dai referti dell’ospedale. Nonché ad atti di vandalismo come la rottura del vetro della macchina», dice il giudice nella sentenza che ha inflitto 3 anni di reclusione oltre al pagamento della spese processuali al suo stalker.

Secondo quanto ricostruito in primo grado il dentista per cui lavorava Maicol, ovvero Renato Carpene di Sedico, la perseguitava rendendole la vita impossibile. Dopo la pubblicazione della motivazioni la difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Monica Barzon, ha già presentato appello contro la sentenza di primo grado.

Il processo 

Ma erano due gli imputati in primo grado: oltre al dentista per cui prima lavorava Maicol, ovvero Renato Carpene di Sedico (avvocato Monica Barzon), c’era il presunto pistolero, ovvero Claudio Pietrobon (avvocato Erminio Mazzucco). I fatti dal novembre 2014 a gennaio 2016. Coimputati per l’esplosione dei 3 colpi di arma da fuoco, stalking solo per Carpene. I famigliari di Maicol Zanella erano parte civile con l’avvocato Martino Fogliato. Ricordiamo che la vicenda giudiziaria iniziò nel 2017, un anno dopo la morte improvvisa per cause naturali della ragazza, avvenuta il 26 gennaio 2016 e che il procedimento in primo grado è durato anni. Il giudice nelle sue motivazioni scrive: «L’istruttoria è stata lunga, difficile, costellata da mille problemi procedurali risolti cammin facendo con ordinanza, purtroppo la maggior parte dei reati e tutti quelli ascritti al Pietrobon per i quali non ci sono elementi per una pronunzia di assoluzione nel merito sono estinti per prescrizione». E spiega che se l’episodio degli spari fosse stato trattato separatamente forse non si sarebbe perso così tanto tempo.

La condanna

Ma se per gli spari a Villa di Villa di Mel non è stato possibile condannare, per lo stalking sì. E il presidente Antonella Coniglio continua: «Residua lo stalking che innanzitutto è procedibile per connessione con più reati procedibili d’ufficio, connessione che non viene meno per la prescrizione di questi ultimi. Le caratteristiche dello stalking sono state in pieno provate con le testimonianze di più persone e con documenti quali screenshot di messaggi e intercettazioni nonché con le chiavette conservate da Maicol». E conclude: «Il Carpene è indubbiamente l’autore dei messaggi». La denuncia di Maicol nel 2014, quando spiega di essere perseguitata da ignoti dopo che per un disguido il suo numero era finito su Facebook. Quest’uomo mostrava di sapere tutto di lei «dove e con chi abitava dove e con chi usciva». Nelle indagini si arriva a Carpene: vengono trovati nello studio dentistico una cambiale da 160mila euro a favore di Maicol e un assegno da 32mila 500 euro. «Evidentemente la situazione diventa più tesa perché la ragazza stipula un’assicurazione sulla vita, beneficiari i genitori». Il giudice conclude: «Condotte gravissime e ripercussioni sulla ragazza altrettanto gravi». 

Ultimo aggiornamento: 12:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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