Il caso di Maicol Zanella, la sentenza: il dentista stalker condannato a 3 anni

Venerdì 21 Ottobre 2022 di Davide Piol
Maicol Zanella

SEDICO - Tre anni di reclusione. È la condanna inflitta ieri mattina al dentista di Sedico Renato Carpene per lo stalking nei confronti di Maicol Zanella, la ragazza originaria di Quero morta 6 anni fa, quando ne aveva 22, nella casa di Lentiai dove abitava. Cause naturali, dissero i medici. Assolto invece, insieme al trevigiano Claudio Pietrobon, per tutti gli altri reati dalla sparatoria, alle minacce, al danneggiamento per intervenuta prescrizione.


IN AULA
Presenti in aula i genitori della ragazza, parte civile con l'avvocato Martino Fogliato: «Dopo tanti anni di attesa hanno commentato quando è finita l'udienza c'è grande soddisfazione nell'aver dato giustizia a Maicol».

Quello che accadde a Villa di Villa, nell'allora comune di Mel, nella notte del 29 dicembre 2014, tenne con il fiato sospeso gli zumellesi per anni. Secondo l'ipotesi accusatoria i tre colpi di pistola scaricati contro un'auto in sosta erano stati esplosi da un uomo assoldato appositamente per la missione e sarebbero arrivati al culmine di quel delirio persecutorio dell'ex datore di lavoro della ragazza (cioè Carpene) che avrebbe nutrito sentimenti ostili nei confronti del titolare di un bar.


IMPUTATI
Gli imputati erano appunto il dentista per cui lavorava Maicol, ovvero Renato Carpene di Sedico (avvocato Monica Barzon) e il presunto pistolero, ovvero Claudio Pietrobon, di Castelfranco (avvocato Erminio Mazzucco). Dovevano rispondere a diverso titolo di 9 capi d'accusa per fatti dal novembre 2014 a gennaio 2016. Coimputati per l'esplosione dei 3 colpi di arma da fuoco le accuse erano minacce e danneggiamenti per entrambi, porto d'arma e falso per Pietrobon, stalking per Carpene. I familiari di Maicol Zanella erano invece parte civile con l'avvocato Martino Fogliato e hanno atteso giustizia per anni. La vicenda giudiziaria iniziò infatti nel 2017, un anno dopo la morte improvvisa per cause naturali della ragazza, avvenuta il 26 gennaio 2016. Ma il procedimento non ebbe vita facile: passò per 4 giudici, la sospensione per la pandemia, diversi rinvii. Il pubblico ministero invece è stato sempre lo stesso: Sandra Rossi.


LA REQUISITORIA
Nell'accorata requisitoria durata quasi un'ora aveva ricostruito i fatti, cercando di mettere insieme tutti i tasselli della complicata vicenda. «È emerso chiaramente - aveva sottolineato in aula il pm - che Carpene aveva un'ossessione per Zanella: la riteneva evidentemente cosa sua, e prima o poi si sarebbe dovuta innamorare di lui». Concludendo poi in questo modo: «Zanella aveva capito tutto, anche in ordine alla sparatoria. Forse anche per questo aveva paura». Alla fine il pm aveva chiesto 3 anni e 4 mesi di reclusione per il presunto pistolero e 2 anni di reclusione per il dentista Carpene.


GLI AVVOCATI
Da parte dell'avvocato della parte civile, Martino Fogliato, c'era stata la richiesta di un risarcimento danni per i genitori di 20mila euro. Ricordando anche i misteri finanziari che si celavano dietro questo giallo e lo stalking: una cambiale firmata da Carpene ritrovata nell'appartamento di Maicol di 150mila euro e il riconoscimento di debito per la liquidazione mai pagata alla sua dipendente di 35mila euro. Le difese invece avevano chiesto l'assoluzione: l'avvocato Mazzucco, per Pietrobon, sostenendo che non c'era prova che l'imputato fosse stato presente in provincia, la sera degli spari; mentre l'avvocato Monica Barzon aveva sottolineato anche il difetto di querela, presentata per fatti diversi da quelli contestati nel processo. Ieri mattina, in Tribunale a Belluno, la sentenza. Tre anni per lo stalking, assoluzione per gli altri reati a causa di avvenuta prescrizione. «Attendiamo le motivazioni e proporremo appello» ha dichiarato l'avvocato Monica Barzon.

Ultimo aggiornamento: 10:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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