L'Ulss Dolomiti cambia: «Stop vaccini ad accesso libero, solo prenotati»

Domenica 28 Marzo 2021 di Davide Piol
Sabato vaccini su prenotazione a Borgo Valbelluna

BELLUNO - Drive-in presi d’assalto con tempi di attesa, per gli utenti, di qualche ora e drive-in vuoti in cui le persone semplicemente non arrivano. Un “qui pro quo” che l’azienda sanitaria sta cercando di risolvere ammettendo di «procedere per tentativi» nella campagna vaccinale anti-covid iniziata il 27 dicembre scorso. Ciò che sta emergendo è che i drive-in ad accesso libero non funzionano o creano più disagi del dovuto.
RISULTATI OPPOSTI
«A volte ci sono attese molto lunghe – ha spiegato il direttore generale Maria Grazia Carraro – Altre, invece, arrivano meno persone di quelle che avevamo previsto. L’accesso libero non si può organizzare sempre. Ancora meno se in contemporanea con altri drive-in con accesso su appuntamento». Sabato 13 marzo il drive-in ad accesso libero al San Martino di Belluno era stato preso d’assalto dalle prime ore del mattino intasando la circolazione fino al Ponte degli Alpini. Una giornata infernale, alla fine della quale il direttore del Dipartimento di Prevenzione Sandro Cinquetti aveva dichiarato: «È l’ultima volta che consentiamo l’accesso libero alle vaccinazioni. Ho dovuto chiamare i carabinieri». Venerdì l’Ulss ha riproposto l’esperimento a Paludi, in Alpago, con l’accesso libero alle classi 38-39. Questa volta è stato un flop. Erano previste 200 persone, ne sono arrivate 50. «Abbiamo bisogno di ritarare questa modalità di accesso – ha commentato Maria Grazia Carraro – Mi scuso se ci sono stati dei disguidi ma stiamo correndo per dare una risposta più ampia possibile. Forse, nel caso di Paludi, non siamo riusciti a pubblicizzarlo a sufficienza».
GLI ECCESSIVAMENTE PUNTUALI
Negli altri drive-in sparsi sul territorio, invece, c’era la coda: «Consiglio di presentarsi all’ora esatta dell’appuntamento, altrimenti l’attesa aumenta. Comunque stiamo facendo quasi 2mila vaccinazioni al giorno». La sfida più grande rimane quella di coprire la categoria delle persone con più di 80 anni. Il 56% ha già ottenuto la prima dose, mentre il 18% ha completato il ciclo vaccinale. Numeri alti, soprattutto se confrontati alla media regionale (che si ferma al 51% per le prime dosi agli over 80), ma ne mancano ancora molti. Il 44%. L’Ulss sta accelerando. Impiegando circa 80 persone al giorno per la campagna vaccinale e cercando di utilizzare tutto il vaccino disponibile in magazzino: «Lo stiamo svuotando». Tra una settimana i 1900 anziani che si sono vaccinati il 13 marzo torneranno per la seconda dose, tuttavia «non ci sono ricette» e «stiamo sondando diverse strade». Nel frattempo prosegue senza sosta la vaccinazione tramite i medici di medicina generale. L’esperienza di Cavarzano è stata ripetuta in tutta la provincia. Ieri è stato il turno di Longarone, Zoldo, Borgo Valbelluna, Alano.
GLI APPUNTAMENTI DI OGGI
Oggi Cortina d’Ampezzo e di nuovo Borgo Valbelluna. Martedì, mercoledì e giovedì, i medici di famiglia di Belluno e Limana, dalle 14 alle 19, vaccineranno la fascia d’età 75-79 nella sala parrocchiale di Cavarzano. 
IL CASO NO-VAX
La campagna vaccinale ha fatto emergere due dati. Da una parte che le persone vogliono vaccinarsi per uscire il più presto possibile dalla pandemia. Dall’altra che c’è una piccola percentuale di no-vax, anche tra il personale sanitario degli ospedali e delle rsa, a cui l’Ulss sta continuando a proporre incontri: «Non ho il dato di quanti abbiano rifiutato il vaccino – ha specificato Maria Grazia Carraro – Stiamo continuando a vaccinare gli operatori sanitari mancanti e sono in corso incontri per chi ha dubbi».

Una linea morbida, insomma, che lascia lavorare in reparto operatori socio-sanitari contrari al vaccino anti-covid, nonostante la via imboccata da Roma in questi giorni: «Il governo intende intervenire – ha dichiarato il premier Mario Draghi – Non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati». Pugno duro anche da parte del presidente dell’Ordine dei Medici di Belluno Stefano Capelli che, riprendendo le parole del presidente nazionale Anelli, ha dichiarato: «Da tempo diciamo che senza la vaccinazione anti-covid non si può lavorare in corsia. Rispetto a prima, ora c’è il riscontro di sacche di resistenza al vaccino tra gli operatori ma il percorso giuslavoristico è iniziato proprio a Belluno. E anche quello legislativo specifico pare essersi innescato».

Ultimo aggiornamento: 07:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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