Boom di richieste per il Rifugio Boz: la fila di laureati per gestirlo

Mercoledì 27 Gennaio 2021
Il rifugio Boz: fila per gestirlo

CESIOMAGGIORE
Ci sono persone che hanno già gestito un rifugio.

C’è chi invece è esperto di ristorazione. Ma ci sono anche laureati che vogliono cambiare vita. È boom di richieste per la gestione del rifugio Boz di Cesiomaggiore. La struttura, molto frequentata in quanto raggiungibile da più fronti ed attraverso sentieri più e meno semplici, è stato gestito negli ultimi 39 anni da Daniele e Ginetta Castellaz. Nello scorso autunno la decisione di chiudere la loro esperienza e per questo il Cai di Feltre ha aperto il bando per individuare i nuovi gestori. I termini per la presentazione delle candidature era sabato e, nella sede del Club, la sorpresa è stata grande. Sono state ben 19 le candidature arrivate, tutte quante che portano con sé progetti di qualità. Una grande soddisfazione da parte del presidente del Cai sezione di Feltre, Ennio De Simoi. 


I CANDIDATI
«L’interesse è andato ben oltre le nostre aspettative», afferma De Simoi. D’altronde 19 richieste in piena pandemia, con le chiusure in corso e il settore food in ginocchio sono sicuramente inaspettate. «Il nostro bando era ben strutturato e articolato - prosegue il capo del Cai - e quindi una persona non poteva inviare una domanda così, solo per provare, tant’è che abbiamo ricevuto alcune telefonate di curiosità ma poi, una volta letto il bando, non hanno presentato domanda. Nonostante ciò però sono arrivate 19 domande. Un numero davvero importante». Per quanto riguarda la provenienza, sei candidature provengono dalla provincia di Trento, cinque da quella di Belluno, 3 da quella di Treviso, 2 dal Veneziano, 1 dal Veronese, 1 dalla Bergamasca e 1 dalla provincia di Parma. Tra coloro che vogliono gestire il rifugio ci sono anche 4 donne. Per quanto riguarda invece l’età, il 37% ha un’età inferiore ai 30 anni, un altro 37% ha un’età tra i 36 e i 45 anni, infine il 26% ha un’età oltre i 46 anni. «La maggior parte di loro propongono una conduzione famigliare, e questo è molto positivo perché riduce i costi di gestioni», chiosa il presidente. 


LE PROGETTUALITÀ
In linea generale, coloro che hanno presentato domanda sono persone che hanno già gestito dei rifugi o che hanno esperienza nel campo della ristorazione. «Quello che ha sorpreso è che ci sono anche dei laureati, magari che hanno anche proiezioni di lavoro, ma che vogliono cambiare vita», aggiunge il presidente. «A tutti abbiamo chiesto un progetto di gestione -spiega - e devo dire che sono tutti molto originali, interessanti e molto articolati. Si colgono molti spunti. Quasi tutti, per esempio, dimostrano una grande sensibilità al fatto che il rifugio rientra entro i confini del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, la volontà di utilizzare e valorizzare le produzioni locali, la volontà di coinvolgere le scolaresche e anche di ampliare i tempi di apertura del rifugio». Il Cai, per sue regole, stabilisce che il rifugio dev’essere aperto dal 15 giugno al 15 di settembre ma i candidati hanno detto che vogliono tenere aperto fino a fine ottobre e anticipare l’apertura della stagione, ovviamente meteo permettendo. 


LA SELEZIONE
Come avverrà la scelta fra le 19 domande pervenute? «Abbiamo individuato un gruppo ristretto che andrà ad analizzare i curriculum e ad approfondire le candidature in modo tale da ridurle in termini di numero – conclude De Simoi -. Il tutto si baserà su schede valutative ben precise, non ci sarà nulla di soggettivo in quanto il nostro obiettivo non è quello di favorire qualcuno rispetto a qualcun altro ma di individuare colui che potrebbe essere il miglior gestore del rifugio. Il tutto verrà fatto entro 10/15 giorni. Le candidature rimaste saranno vagliate dal consiglio; Covid permettendo vorremo avere un colloquio di approfondimento con i candidati». Il nome dei nuovi gestori sarà ufficializzato indicativamente tra la fine di febbraio e la prima metà di marzo.
Eleonora Scarton

Ultimo aggiornamento: 11:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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