Belluno. Gli si allaga la casa dopo 12 anni di segnalazioni. Il residente: «Nessuno ha mai fatto nulla, ora non so a chi chiedere i danni»

L'abitazione era già finita sott'acqua nel 2010. Il rio esondato venerdì è di competenza della Regione, ma i tubi non hanno padrone ed è rimpallo di responsabilità

Lunedì 26 Giugno 2023 di Simone Tramontin
L'esterno della casa completamente allagato

BELLUNO - Un disastro annunciato l'allagamento e i grossi danni in un'abitazione di via Messa. Giovanni Sovilla, venerdì, ha visto la sua casa di Levego, a Belluno, finire sott'acqua dopo solo una ventina di minuti di pioggia intensa. Il normale epilogo di anni e anni di segnalazioni inascoltate a chi di dovere, perché provvedesse a mettere in sicurezza il piccolo rio che costeggia via Meassa. «Era nella logica delle cose che accadesse: 12 anni di segnalazioni inascoltate. Tutti sapevano, ma nessuno ha fatto nulla» è l'amaro commento di Sovilla.

I FATTI

Le nuvole nere si sono fatte sempre più dense attorno alle 12.30, poi la pioggia e grandine ci hanno messo un attimo a ingrossare il piccolo rio che scorre vicino alla casa di Sovilla, in via Meassa.

L'acqua, impetuosa, ha faticato a rimanere nell'alveo e, in corrispondenza della strettoia che la incanala sotto la strada, proprio vicino alla proprietà di Sovilla, si è sollevata, riversandosi nel giardino dell'abitazione prima d'infilarsi lungo la rampa che dà al garage. Qui si è accumulata contro il portone in legno che chiudeva l'autorimessa, fino a quando, sotto una spinta eccessiva, il portone ha ceduto di colpo, aprendo la via al disastro. «Piano interrato interamente allagato, un metro d'acqua e più che ha avvolto nel fango ogni cosa: l'auto, gli elettrodomestici della lavanderia e tutto quanto avevamo nello scantinato», spiega Sovilla.

DRAMMA SFIORATO

I vigili del fuoco hanno impiegato tutto il pomeriggio per rimediare ai danni, prima rimorchiando l'auto inzuppata d'acqua per trascinarla all'esterno, poi svuotando il garage e l'interrato con le pompe. In supporto alle operazioni è dovuta intervenire anche la Protezione civile per liberare dal fango i locali messi sott'acqua. La conta dei danni restituisce un bilancio pesantissimo; ma il dramma avrebbe potuto conoscere risvolti anche più tragici: «In casa, in quei momenti, c'era mia moglie - fa sapere il residente -, impegnata nel mettere al riparo quante più cose possibile, non appena capito che il rio, sotto quella pioggia intensa, si sarebbe potuto ingrossare di nuovo. È una fortuna che non sia rimasta coinvolta nel crollo del portone e nella successiva ondata di fango». Ed ora è il momento della conta dei danni: l'auto, una Fiat 500, è da buttare oltre a tutto il resto, elettrodomestici e suppellettili.

LE CAUSE

Il rio esondato venerdì drena le acque della collina posta poco più a monte della casa di Sovilla; in secca per la maggior parte del tempo, s'ingrossa di colpo in concomitanza degli eventi di pioggia più intensi. L'alveo si va restringendo qualche decina di metri più a monte dell'abitazione, là dove è intubato per passare al disotto della strada provinciale. Ma il problema non è tanto il restringimento della sezione, quanto un apporto d'acqua che viene scaricato, in aggiunta e con estrema violenza, da due grossi tubi che raccolgono l'acqua della zona abitata a monte, un'area che ha conosciuto un incremento degli insediamenti notevole negli ultimi anni.

IL SILENZIO

«Solo 20 giorni fa, un evento simile aveva già fatto temere il peggio - denuncia Sovilla -. Ma il primo allagamento è avvenuto nel 2010 e sono 12 anni che chiedo si intervenga, senza che nessuno abbia mai fatto nulla». Appurato che sul rio la competenza è della Regione, i due grossi tubi non sembrano invece avere padrone. Da qui il primo rimpallo di responsabilità che ha cortocircuitato il sistema: «Non so di chi sia la colpa - conclude il residente -, non so a chi chiedere i danni. Da anni vivo con l'ansia che a ogni pioggia possa succedere il peggio. Nessuno si è mai preso carico del problema, nonostante le mie segnalazioni. Solo qualche settimana fa ho interpellato il Bim per sapere di chi fossero quei tubi che scaricano nel rio e che creano il problema. Nessuna risposta. Silenzio prolungato anche dal Comune, in tutti questi anni. Attendo una svolta: l'assessore Lorenza De Kunovich, è venuta a vedere, dopo il disastro, e mi ha assicurato che si farà carico del problema».

Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 13:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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