Belluno, scarseggia l'Imu delle seconde case: «Servono controlli su finte residenze»

Venerdì 18 Agosto 2023 di Claudio Fontanive
Imposte

BELLUNO - In questi giorni, il clou della stagione turistica estiva, nelle località turistiche della provincia, non è difficile notare che tanti appartamenti, case o ville solitamente chiuse per buona parte dell'anno, presentano invece imposte e finestre aperte. Sono nel più dei casi le seconde abitazioni, o almeno dovrebbero esserlo. Le cosiddette residenze fittizie infatti rappresentano un fenomeno crescente, che impoverisce le casse delle amministrazioni pubbliche a causa del mancato gettito dell'Imu. Ma i Comuni sono praticamente impotenti: il personale è risicato e non ci sono risorse da destinare a questo tipo di controlli. Così arriva forte la richiesta dell'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (Uncem): «Governo e il Parlamento mettano ora regole più dure per evitare che le residenze fittizie danneggino fisco ed Enti locali».

L'ESENZIONE
Il meccanismo è semplice: l'Imu si paga sulla seconda casa, ma non sulla residenza, quindi scatta l'esenzione se il secondo immobile di una famiglia risulta essere residenza anagrafica di uno dei componenti.

A compiere le verifiche del caso sono chiamate le amministrazioni comunali del territorio dove si trova la casa. Si interviene tramite gli agenti di polizia municipale, che però specie nei piccoli comuni, si ritrovano già con un carico di lavoro enorme, e in mancanza di mirati controlli incrociati, non sempre riescono nell'opera di scovare i cosiddetti "furbetti della residenza". Tanto più che in alcuni Comuni come Alleghe, nel recente passato il personale della polizia municipale è stato ed è impegnato nell'opera di scovare le irregolarità nelle locazioni turistiche. Marco Bussone, presidente dell'unione nazionale dei Comuni: «Le residenze fittizie per non pagare imposte, come l'Imu sulla seconda casa in località turistiche montane e marine, sono un grave danno per tutti, per il sistema montagna e per il sistema Italia. Risiedo dove non vivo, e così pago meno. Marito in città, moglie o figlio residente in montagna. Una pratica diffusa e dannosa. Sono un danno di milioni di euro per i Comuni, che stanno rafforzando, intensificando i controlli. È un gettito altissimo che andrebbe nelle casse comunali e che invece sfugge per mistificazioni e truffe sulla reale residenza».

L'APPELLO
Servono quindi interventi urgenti, a partire però dagli organi centrali di Roma, sempre secondo Bussone che continua: «Nella delega fiscale si dovevano trovare soluzioni contro questa pratica». Gli fa eco Leandro Grones, primo cittadino di Livinallongo del Col di Lana, la seconda località turistica della provincia di Belluno: «Noi abbiamo due agenti di polizia municipali e hanno già una miriade di cose da fare. Per il nostro territorio, di circa 100 chilometri quadri, avremmo bisogno di almeno quattro persone per compiere controlli più efficaci, e anche di un ufficio di polizia locale ben strutturato. Cerchiamo di monitorare costantemente le situazioni che ci appaiono anomale, ma abbiamo le armi spuntate in quanto non disponiamo di strumenti immediati. Servirebbero controlli mirati, ad esempio tramite la lettura parallela dei contatori dell'energia elettrica e di altre utenze».

LE RISORSE
Il gettito fiscale dell'Imu è una risorsa imprescindibile anche per un piccolo comune come Livinallongo: «Se mancano anche solo 30000 euro di tale gettito per noi è un problema enorme - continua Grones - in più, quando pizzichiamo qualche furbetto inizia la trafila di verbali e ricorsi. Chiaro che un cittadino vuole spendere il meno possibile, ma poi magari questi furbetti sono i primi che si lamentano se le strade non sono ben pulite dalla neve o se viene cosparso poco sale nelle stesse».
 

Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 11:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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