Moglie e figlia continuano a tener alto il nome della baita Laite: «Roberto è sempre con noi»

Lunedì 10 Gennaio 2022 di Claudio De Min
Fabrizia Meroi e la figlia Elena
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SAPPADA - Grandi professionisti, persone speciali, dolci e accoglienti, umili, semplici, disponibili. E innamoratissimi, praticamente da sempre. Poi, il destino che a volte sa essere fin troppo generoso e altre inspiegabilmente impietoso - ha deciso diversamente. Cinque mesi fa, lui, Roberto Brovedani, 62 anni, nel cuore dell'estate si è arreso al male e lei, Fabrizia Meroi, si è ritrovata da sola, dopo aver lottato sui due fronti, quello della cucina e quello della cura amorevole, instancabile, al marito: «Abbiamo fatto l'impossibile, le abbiamo tentate tutte, l'unica piccolissima consolazione che mi è rimasta, alla fine di tutto, è proprio quella di non avere rimpianti» spiega Fabrizia che nel 2018 venne eletta Chef Donna 2018 dalla Guida Michelin e invece oggi meriterebbe tutti i premi del mondo, non solo per il talento e la passione ma anche per l'ostinazione, il carattere, la volontà, il coraggio.


UNA GRANDE STORIA

Si è imposta di reagire, Fabrizia, e lo ha fatto «perché Roberto avrebbe voluto così. Lui è sempre accanto a me, lo sento ancora addosso, sento la sua voce e i suoi consigli. Vogliamo difendere e valorizzare quello che abbiamo costruito assieme e di cui era giustamente orgoglioso. E penso - al di là del dolore e del vuoto incolmabile -, che tutti noi, mia figlia ed io che lo abbiamo avuto accanto per tutti questi anni, ma anche i nostri amici e gli ospiti, siamo tutti persone fortunate per aver condiviso un lungo tratto di strada con una persona unica».
Roberto era l'anima della sala del Laite, il prato al sole, il ristorante di Sappada (Ud) stellato ormai da venti anni, una casa dove il calore, l'amore e il gusto avevano creato una miscela perfetta.

Era un maestro dell'accoglienza, della simpatia e dell'empatia, padrone del mestiere, di una cantina fantastica, di un sapere raro. Un'eredità che ora è nelle mani di Elena che dal papà ha imparato molto e in più ci mette la grazia femminile e la freschezza dell'età, ed è diventata il braccio destro di mamma Fabrizia.


20 ANNI DA FAVOLA

Cinque mesi senza di lui, che questa bella favola della ristorazione aveva costruito giorno dopo giorno assieme a Fabrizia: dal 1990 quando inaugurarono il loro primo ristorante, Keisn, al 1997, quando arrivò la prima stella Michelin, al 2001, quando a poca distanza, e sempre dentro l'incanto delle borgate sappadine - nacque il Laite, di nuovo stellato un anno più tardi.
Cinque mesi nei quali una donna ormai matura e fortissima a dispetto di un aspetto minuto e di una voce da eterna ragazzina - come Fabrizia, 52 anni, e una ragazza di 24, la figlia Elena, hanno difeso con l'anima e il cuore l'eredità di Roberto e un sogno iniziato 25 anni fa.
Racconta Fabrizia: «All'inizio Elena non apprezzava molto il nostro tipo di vita, ad una giovanissima sembrava improponibile vedere i genitori dedicare al ristorante ogni pensiero ed energia, insomma tutta la vita. Poi pian piano ha cominciato a seguirci, si è fatta contagiare dalla passione, dopo il diploma al liceo linguistico di Auronzo, si è perfezionata all'estero, e ha fatto esperienze in giro per l'Italia, e adesso, da tre anni, è parte del gruppo, un aiuto prezioso, soprattutto da quando ho dovuto cominciare a pensare anche a confrontarmi con la burocrazia oltre che con il cibo».


PIÙ TEMPO ALLA VITA

Fra il Covid con il lungo lockdown del 2020 e la malattia di Roberto, c'è stato però lo spazio per ripensarlo, questo lavoro: «Ho capito che bisogna allentare il ritmo, sciogliere la pressione e la tensione, ritrovare leggerezza e spazio per la vita, evitare che la cucina sia una prigione e fare in modo che tornasse ad essere divertimento».
Eccole, dunque, queste coraggiose donne di montagna, madre e figlia, felici di regalare ogni giorno un po' spensieratezza e qualche emozione ai loro sempre numerosissimi e affezionati ospiti, con il sapore di piatti straordinari e il calore dell'accoglienza. Ed è come se Roberto e il suo sorriso fossero sempre accanto a loro, e il suo poetico genio uscisse da ogni bottiglia che si stappa.

Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 11:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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