Alla Marcialonga per dire basta agli allevamenti-lager

Domenica 31 Gennaio 2021 di Marco Dibona
Le battagliere Esther ed Eleonora assieme alla mascotte Mirko che correrà alla Marcialonga

SAN VITO DI CADORE - Alla partenza della Marcialonga di Fiemme e Fassa, questa mattina, c’è anche il maialino Mirko. L’animale di peluche, sarà sulle spalle di Esther ed Eleonora, che già l’hanno portato sino al traguardo della Dobbiaco–Cortina, una settimana fa. Prosegue l’attività delle due donne, che risiedono a San Vito di Cadore, animatrici di campagne di sensibilizzazione contro gli allevamenti intensivi, nella lotta ai maltrattamenti degli animali. Mirko è regolarmente iscritto, con il suo numero di pettorale, grazie alla sensibilità degli organizzatori della Marcialonga per i temi di carattere ambientale. 
ORGANIZZATORI ACCOGLIENTI
Lo conferma Davide Stoffie, amministratore del grande evento sportivo: «Siamo molto felici di ospitare il maialino Mirko e la sua causa alla 48a edizione della Marcialonga. Auguro ad Eleonora, Esther e il loro maiale Mirko una buona gara». I primi contatti con gli organizzatori trentini avvennero un anno fa, quando Esther Kef ed Eleonora Orlandi passarono per il Trentino, nella loro attraversata delle Alpi sugli sci da fondo, da Limone Piemonte sino a Cortina d’Ampezzo, con il logo “Skiing for pigs”, avvio della campagna contro i maltrattamenti agli animali da macello, allevati in batteria.
UN MONDO PIÙ UMANO
«Quando l’anno scorso Marcialonga ci ha invitato a partecipare all’edizione 2021, pensavamo fosse un’impresa per noi impossibile. Ma la fiducia dell’organizzazione era la spinta necessaria per portare avanti anche quest’anno il nostro progetto di sensibilizzazione contro gli allevamenti intensivi», dice Eleonora, 38 anni, assistente di Mirko e pilota d’aereo. Una settimana fa la prima esperienza in una granfondo, con lo slogan “No meat fron hell”, che invita a non mangiare carne che venga dall’inferno, in cui sono segregati gli animali. Oggi la gara più lunga e impegnativa, ancora con le divise da fondo del team Futura Trentina alta quota, che ha condiviso la campagna delle due donne. «Stiamo lentamente ottenendo risultati concreti. 
LA CARNE DELLA SOFFERENZA
A partire dal numero di persone che hanno aderito alla sfida “No meat from hell” che abbiamo lanciato quest’anno. Non è una sfida vegetariana, è alla portata di tutti con un po’ di impegno, e speriamo molti altri aderiscano. Noi cerchiamo di cambiare il mondo, un chilometro alla volta, e speriamo che molti altri lo facciano, un carrello del supermercato alla volta». La sfida sportiva di oggi è davvero impegnativa. Considerando il livello amatoriale delle due sciatrici è improbabile che possano arrivare al traguardo nel tempo limite, anche se l’ottimo risultato della scorsa settimana, a Dobbiaco, è confortante. Esther Kef specifica: «Se per ogni chilometro sugli sci raggiungiamo un partecipante in più alla nostra sfida contro la carne dall’inferno, ne è valsa già la pena». 
 

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