Omicidio Cecchettin

Omicidio Cecchettin, gli aggiornamenti. Giulia uccisa con 26 coltellate a Fossò: è morta dissanguata, a Barcis era già senza vita

La ragazza è stata colpita dopo la lite nella zona industriale alle 23.40 di sabato 11 novembre

Venerdì 1 Dicembre 2023

Giulia uccisa dopo la lite, è morta dissanguata, a Barcis era già cadavere

Giulia Cecchettin è morta per dissanguamento in seguito alla rescissione dell’aorta dovuta alle coltellate dopo la lite avvenuta a Fossò.

Lo riferisce LaPresse. Il decesso della ragazza è stato causato quindi da un’emorragia. Sul corpo 26 coltellate e ferite profonde diversi centimetri. Durante l’esame autoptico sono stati effettuati oltre agli esami ematici, anche quelli radiologici come la Tac.

Sono, secondo LaPresse, le risultanze dell’autopsia sul corpo della 22enne uccisa a Vigonovo, in provincia di Venezia, e per il cui omicidio è accusato l’ex fidanzato Filippo Turetta. L’esame è terminato poco fa alla Uoc di Anatomia Patologica dell’università di Padova. I consulenti medico legali, nominati dalla procura di Venezia e dalla famiglia della vittima, sono ancora all’interno della struttura dove si è svolto l’esame autoptico che, per consentire agli specialisti di effettuare ulteriori accertamenti medici più approfonditi e delicati potrebbe proseguire anche nella giornata di sabato 2 dicembre. Tra i quesiti peritali, formulati dalla Procura, gli specialisti dovranno rispondere anche a quello della datazione della morte circoscrivendone con più precisione possibile anche l’orario. Tra i consulenti presenti, oltre al medico legale Guido Viel, perito incaricato dalla procura, anche l’entomologo forense Stefano Vanin, il cui compito sarà quello di datare la morte in base alla presenza di larve di mosche ed insetti, repertate nelle ferite che presenta il cadavere. 

Flippo interrogato per nove ore

È terminato dopo quasi nove ore nel carcere Montorio di Verona l'interrogatorio, davanti al pm di Venezia Andrea Petroni, di Filippo Turetta arrestato per omicidio volontario aggravato e sequestro di persona per la morte di Giulia Cecchettin. Oggi il 21enne ha deciso di parlare e rispondere alle domande, mentre davanti al gip tre giorni fa aveva rilasciato solo dichiarazioni spontanee. All'uscita sia il pm che gli avvocati di Turetta se ne sono andati a bordo di auto, scortati da un cordone di polizia penitenziaria. Il legale Giovanni Caruso non ha rilasciato dichiarazioni.

Iniziato l'interrogatorio di Filippo Turetta: la premeditazione al centro delle domande

È iniziato nel carcere Montorio di Verona l'interrogatorio di Filippo Turetta arrestato e reo confesso per l'omicidio di Giulia Cecchettin. La sensazione è che stavolta, dopo il silenzio davanti al gip Benedetta Vitolo alla quale ha rilasciato solo brevi dichiarazioni spontanee, il 21enne possa decidere di parlare. 

Tre giorni fa davanti al giudice Turetta, con le sue dichiarazioni spontanee, oltre a dirsi «affranto» e a spiegare che vuole «pagare», ha fatto cenno ad un black out mentale, lasciando spazio, però, ad una volontà di collaborazione. Ha spiegato, infatti, che sta cercando di ricostruire «nella memoria» cosa gli è «scattato» in testa quella sera dell'11 novembre, tra Vigonovo e Fossò.

«Voglio parlare», sembra abbia detto ai legali, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, nei colloqui in carcere di questi giorni.

L'interrogatorio si concentrerà sull'ipotesi di una premeditazione

Turetta potrebbe decidere di rispondere ad alcune domande e ad altre no.

I legali di Turetta sono arrivati al carcere di Verona

Il difensore Giovanni Caruso e la collega Monica Cornaviera sono appena entrati nel carcere di Verona dove è atteso l'interrogatorio davanti al pm di Venezia Andrea Petroni di Filippo Turetta. «Non parlo né ora, né dopo» si è limitato a dire il legale Caruso prima di varcare l'ingresso della casa circondariale.

Sul corpo di Giulia verrà eseguita anche una TAC

«Non sappiamo quando potrà durare l'indagine, dipende dalla lesività che verrà riscontrata. I tempi si decidono man mano che l'indagine va avanti, da quello che viene rinvenuto». Lo ha detto Anna Aprile, dirigente dell'unità operativa di Medicina Legale dell'ospedale universitario di Padova, riferendosi all'esame necroscopico in atto sul corpo di Giulia Cecchettin. La dirigente ha precisato che sul corpo verrà eseguita anche una Tac. Rispondendo ai cronisti, sull'aspetto umano di questa vicenda, Aprile ha affermato: «era una giovane donna, frequentava la nostra Università, la sentiamo come una perdita comune, non solo della famiglia, ma di tutta la comunità. Giulia è entrata nel cuore di tutti».

 

E' iniziata l'autopsia

È iniziata da poco l'autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa dall'ex fidanzato, Filippo Turetta. L'esame si svolge nell'istituto universitario di Medicina legale a Padova. La Procura ha incaricato il professore Guido Viel. Dall'autopsia i magistrati si attendono, tra le altre, risposte in ordine all'ora e alle cause della morte, anche per capire se Giulia fosse già morta quel sabato notte quando Turetta da Fossò, luogo dell'aggressione, cominciò sua fuga in auto. All'esame prendono parte, per i Cecchettin i consulenti Stefano D'Errico e Stefano Vanin, per Turetta la dottoressa Monica Cucci. 

Video

 

Dopo Giulia arriva l'ordine: massima attenzione alle segnalazioni, intervenire subito

Dopo l'assassinio di Giulia Cecchettin, il comando generale dei carabinieri ha inviato a tutte le stazioni dell'Arma una circolare, con indicazioni operative per contrastare la violenza di genere e assicurare interventi tempestivi. In caso di segnalazioni di «episodi di maltrattamenti, violenze e atti persecutori nei confronti di vittime vulnerabili», si legge infatti nella nota con data 29 novembre, firmata dal generale Arturo Guarino, è fondamentale «un'accurata e tempestiva gestione degli interventi»: ogni segnalazione deve essere «gestita, fin dal primo momento, con la massima attenzione, con adeguata sensibilità e nella piena osservanza delle procedure stabilite».

«Chi l'ha visto?», stasera su Rai 3 l'omicidio di Giulia Cecchettin e il giallo della telefonata del testimone ignorata dal 112


LA TELEFONATA
Alle 23.18 di sabato 11 novembre al 112 era arrivata la telefonata di un vicino di casa dei Cecchettin a Vigonovo. Il testimone aveva riferito le urla di una ragazza, poi risultata essere Giulia, a cui non era però seguito l'arrivo di alcuna pattuglia. I vertici dei carabinieri avevano poi spiegato che i due equipaggi in servizio erano impegnati in altrettanti interventi e che nella testimonianza non era stata specificata la targa dell'auto in fuga. La circolare raccomanda di mettere in campo «iniziative finalizzate alla ricerca di eventuali persone scomparse o autori di condotte violente, nonché delle attività di polizia giudiziaria da svolgere, nell'immediatezza dell'acquisizione delle notizie e indipendentemente dalla formalizzazione della denuncia».


 

Il padre di Filippo a "Chi l'ha visto?": "La cosa è precipitata e lui gli è saltato un embolo"

A "Chi l'ha visto?" ha parlato nei giorni scorsi il padre di Filippo, Nicola Turetta: «Ho sentito Gino e sua figlia Elena dire che lui non voleva che Giulia facesse la laurea prima di lui. E quindi io penso che lui volesse sequestrarla, rapirla per non darle la soddisfazione e dopo lasciarla. Purtroppo le cose sono sempre peggiorate. Forse voleva farle paura, nel senso di costringerla: "Sali in macchina con me, vieni via". Quindi aveva un coltello... poi la cosa è precipitata e lui gli è saltato un embolo. Penso che lei l'abbia uccisa lì. Non so io adesso, nel senso che questa tragedia sia finita in questo frangente. L'unica spiegazione potrebbe perché non è una cosa razionale, cioè una persona che ami, che le fai i biscotti, prepari tutto, che la porti a casa un bene così non può sfociare in una tragedia del genere. Ci vorrebbe Freud perché mi desse delle spiegazioni». O anche Filippo, se volesse parlare.

 

Omicidio di Giulia Cecchettin. Oggi è una giornata importante per il caso del femminicidio della giovane studentessa universitaria veneziana, da una parte l'ex fidanzato, accusato del delitto, Filippo Turetta, è interrogato da ore in carcere dal pm Andrea Petroni e sta rispondendo alle domande, dall'altra l'autopsia sul corpo di Giulia.  

Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 17:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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