Carne sintentica, a Roncade arriva la prima biofabbrica: «Niente più allevamenti intensivi»

Giovedì 1 Giugno 2023 di Mauro Favaro
Carne sintentica, a Roncade arriva la prima biofabbrica (Anthology da Instagram Upside Foods)

RONCADE (TREVISO) - Usare i funghi per ricavare materiali in grado di rimpiazzare la pelle animale generalmente usata per creare borse, cinture e scarpe, senza più allevamenti intensivi. Studiare le alghe per farne delle macchine biologiche capaci di risolvere i problemi di inquinamento. Utilizzare le piante per produrre vaccini e anticorpi monoclonali. E, nello stesso ambito, aprire una strada verso la carne sintetica. O meglio, coltivata. Sta per sorgere a Roncade la prima biofabbrica atomica e molecolare d’Europa.

E non c’è niente di distruttivo. Anzi.


IL MODELLO 
L’obiettivo del laboratorio internazionale di “future farming”, 5 ettari accanto al campus di H-Farm a Ca’ Tron, dove lavoreranno 60 ricercatori, è proprio il contrario: usare piante, funghi, alghe e batteri per superare il modello produttivo puramente estrattivo approdando al modello generativo, capace cioè di portare alla vera e propria produzione di eco-materiali. Si partirà già da questo mese. I protagonisti della cosiddetta quarta onda dell’innovazione a Nord-est sono due: Zero Srl, azienda di Pordenone che sviluppa tecnologie nell’ambito del vertical farming, e l’Università Ca’ Foscari. Il nuovo polo della ricerca di Ca’ Tron nasce dalla loro collaborazione. L’iniziativa pubblico-privata può contare su un investimento complessivo di 20 milioni di euro (51% dal privato). Zero ha vinto il bando indetto da Ca’ Foscari per trovare un partner portando in dote il luogo dove realizzare la nuova infrastruttura di ricerca. «L’abbiamo identificato a Ca’ Tron: stiamo formalizzando l’acquisizione di uno spazio già esistente da Fonte Immobiliare – spiega Daniele Modesto, amministratore delegato di Zero – verrà trasformato in un laboratorio di ricerca, con 5 ettari di verde e alloggi per ricercatori». C’è anche un ristorante, che verrà mantenuto.


IL CAMPUS 
«Nascerà un campus dell’innovazione accanto al campus di H-Farm, in un’ottica di sinergia – specifica Modesto – cominceremo a svilupparlo già da questo mese. E alla fine dell’anno sarà ben avviato». Cosa si farà all’interno del laboratorio? «Attività di future farming. Agricoltura del futuro. In sintesi, prendere piante, funghi e alghe per capire come si possono utilizzare queste forme di vita per sviluppare applicazioni ad alto contenuto tecnologico – chiarisce l’ad – la cosa più ovvia è coltivare piante per applicazioni alimentari. Più interessante, e meno ovvio, è utilizzare queste forme di vita per realizzare biomateriali e biofarmaci». «La funzione del laboratorio è il trasferimento tecnologico – aggiunge – partire da buone idee, progetti di ricerca, e trasformarle in prototipi funzionanti su piccola scala, per poi trovare un’applicazione su larga scala in giro per il mondo». A quel punto come base di nuovi impianti industriali. Anche per questo gli studi verranno portati avanti con la collaborazione di partner industriali che hanno accesso a vari mercati. Modesto ora si trova in Medio Oriente proprio per incontrare alcuni di questi partner.


GLI OBIETTIVI
«Si ragiona sull’agricoltura e sulla manifattura del futuro. L’obiettivo è riuscire a produrre di più, consumando meno – evidenzia – quello dell’agricoltura più sostenibile è uno dei temi centrali del progetto, puntando a un uso intelligente di quello che la natura sa fare e che può trovare applicazioni in molti ambiti differenti». Per ora senza concentrarsi troppo sulla carne sintetica. Almeno a Ca’ Tron. «Non è tra le priorità – dice l’amministratore delegato di Zero – purtroppo l’opinione pubblica in questo momento è molto schierata. Sono uno scienziato di formazione: per me la ricerca va fatta sempre e comunque. Ma è evidente che bisogna considerare anche il contesto sociale». Il laboratorio, comunque, non rappresenta che un punto di partenza. «Abbiamo scelto questo luogo perché, quando si parla con il mondo, Venezia ha un potere evocativo che altri non hanno. Nella nostra idea è il primo tassello per un ambizioso progetto di rigenerazione della campagna e della laguna: riuscire a trasformare Venezia in una piccola capitale della ricerca sarebbe motivo di orgoglio – conclude Modesto – oltre alla ricerca, poi, ci si dovrà occupare anche della formazione. Parliamo di competenze che oggi non esistono nel sistema formativo tradizionale. E in questo senso H-Farm è un partner perfetto per disegnare progetti che possano aiutarci a creare nuove competenze»

Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 11:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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