Allarme peste suina, allevamenti a rischio: il Friuli "blinda" le stalle e prova a salvare il prosciutto

Venerdì 1 Settembre 2023 di Marco Agrusti
Un allevamento di maiali

Si avvicina sempre di più. Per la precisione ora la minaccia è distante meno di 350 chilometri. Ma non è tanto la misurazione in linea d’aria, il vero problema. Il fatto è che questo nemico invisibile viaggia con il suo ospite, in un mercato fatto di continui movimenti. E adesso l’incubo è tornato: si chiama peste suina e minaccia uno dei settori trainanti dell’economia regionale, tanto da indurre le autorità a stabilire - da ieri - il blocco sanitario a tutte le movimentazioni dei capi di bestiame di razza suina sul territorio del Friuli Venezia Giulia

IL CASO

L’infezione da peste suina è quasi una sentenza capitale per il bestiame che ne viene colpito.

E non c’è antidoto. L’ultimo caso è stato segnalato in provincia di Pavia, precisamente in un allevamento di Zinasco. La minaccia quindi si avvicina: non è più qualcosa di confinato all’estremo Nord-Ovest. E considerando i rapporti commerciali che innervano la pianura padana, ecco profilarsi di fronte al virus una vera e propria autostrada. Proprio per questo la Direzione centrale salute del Friuli Venezia Giulia (un dipartimento che fa capo all’assessore Riccardo Riccardi), con nota urgente, a partire dal 31 agosto (quindi da ieri) ha imposto «il blocco sanitario su tutte le movimentazioni di suini, che potranno essere riattivate solo previo esito favorevole di un controllo ufficiale eseguito dalle Aziende sanitarie». Ogni capo di bestiame che sarà spostato, quindi, avrà bisogno di un “bollo” da parte delle autorità che fanno capo ai singoli ospedali. Un lavoraccio e allo stesso tempo un brutto colpo per un settore che in Friuli Venezia Giulia economicamente significa tanto. 

I DETTAGLI

«A titolo cautelativo - si legge nella nota diffusa dalla Confederazione agricoltori - al fine di preservare lo stato sanitario, le movimentazioni dei suini provenienti da Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Liguria dovranno essere notificate dagli operatori al servizio veterinario delle Aziende sanitarie almeno 48 ore prima dell’arrivo in stabilimento. Inoltre - prosegue la nota - tutte le partite di suini inviate verso la regione Friuli Venezia Giulia dovranno essere accompagnate da attestazione di avvenuto controllo sanitario, ai fini del rilievo di sintomatologia riferibile alla peste suina, eseguito nelle 48 ore precedenti il carico». Una forte preoccupazione sull’avanzare della peste dei suini è presente tra gli allevatori friulani. 

RIPERCUSSIONI

Così, Franco Clementin, presidente della Cia Fvg – Agricoltori Italiani, ha preso carta e penna e ha scritto all’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche, Stefano Zannier, formulando la richiesta di un incontro urgente «al fine di affrontare la problematica nel suo complesso e anche adottare gli strumenti collaborativi ritenuti più idonei per contenere il rischio di diffusione del contagio». L’infezione contro la quale non c’è difesa, è già passata dalla popolazione selvatica dei cinghiali a quella allevata dei suini. Oltre al sequestro dell’azienda in questione, nella zona entro 10 chilometri dagli allevamenti in cui sono state riscontrate positività alla peste suina, sono state vietate tutte le movimentazioni di suini, sia in ingresso che in uscita. Ecco, dunque, la richiesta di Clementin, «vista la rilevanza che il comparto suinicolo riveste per la regione Friuli Venezia Giulia«, con 150 allevamenti coinvolti nella sola filiera del prosciutto di San Daniele per un valore alla produzione della Dop che supera i 300 milioni di euro.

Ultimo aggiornamento: 17:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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