La peste suina si avvicina al Friuli: scatta il piano d'emergenza. Blitz negli allevamenti, caccia al virus

Mercoledì 31 Gennaio 2024 di Marco Agrusti
Un allevamento di maiali

Mai come adesso la minaccia è vicina al nostro territorio.

Fino ad ora, infatti, i casi territorialmente più contigui erano stati ravvisati in Slovenia - ma non a ridosso del confine - e in Lombardia, in particolare nel Pavese. Meno di 15 giorni fa, invece, è suonato l’allarme ai vertici della Direzione centrale salute del Friuli Venezia Giulia: la peste suina africana, malattia estremamente contagiosa che può decimare in poco tempo un allevamento di maiali, è arrivata in Veneto. In particolare in provincia di Padova, dove il “caso zero”, come riferito dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, è stato segnalato alle autorità due settimane fa. Una vicinanza territoriale che ha fatto preoccupare gli esperti della prevenzione degli ospedali. E che ha costretto il sistema regionale ad alzare le barriere. 


COSA SUCCEDE


Più di settecento allevatori professionisti nel settore della suinicoltura. Aziende famose in tutto il mondo per il loro marchio e la qualità dei loro prodotti - si pensi solamente alla Dop San Daniele -, un comparto che da solo vale 120 milioni e che una volta lavorati i prodotti decuplica i guadagni grazie soprattutto alle esportazioni e alla fama guadagnata nel tempo in tutto il mondo. Quando in Friuli Venezia Giulia si parla di suini non c’è niente da prendere sotto gamba. Si parla di una filiera economica che garantisce migliaia di posti di lavoro. E la minaccia portata da questo tipo di virus è potenzialmente devastante. Senza contare poi la possibilità di diffusione del patogeno nella popolazione degli animali selvatici, tra cui spicca quella dei cinghiali, già piaga per altri fattori nella nostra regione. 
Ecco perché, dopo il caso segnalato nel Padovano, in Friuli Venezia Giulia è scattata la più grande operazione di controllo e prevenzione da quando per la prima volta è scattato l’allarme per la peste suina africana nel nostro Paese. Solamente il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria, infatti, negli ultimi dieci giorni ha effettuato decine di sopralluoghi con annessi campionamenti. Sono stati passati al setaccio gli allevamenti più vicini al confine con il Veneto, ma naturalmente le indicazioni della Direzione centrale Salute sono arrivate anche alle altre Aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia. «Tutti i campioni - ha spiegato il direttore pordenonese del Dipartimento, il dottor Lucio Bomben - sono stati inviati ai laboratori di Perugia (è lì che a livello nazionale è stato allestito il centro di campionamento per quanto riguarda la peste suina africana) e fortunatamente i primi riscontri che abbiamo sono tutti negativi». Ma bisogna tenere alta la guardia, perché gli scambi tra Veneto e Friuli Venezia Giulia sono intensissimi e quotidiani. E il rischio è dietro l’angolo, anche in virtù del fatto che non tutti i campioni inviati in Umbria sono stati ancora messi a referto. 


LA MALATTIA


Nella sola filiera del prosciutto di San Daniele, ha aggiunto poi Confagricoltura Fvg, sono coinvolti 150 allevamenti della regione e il valore della produzione della Dop supera i 300 milioni. Nella ricostruzione fatta da Confagricoltura Fvg, il virus è arrivato attualmente in otto regioni: dalla Liguria al Piemonte, il 7 gennaio 2022 la prima individuazione, si è spostato in Lazio – un salto territoriale che difficilmente si coniuga con una trasmissione da animale selvatico e rende più plausibile una trasmissione per via antropica – e poi in Campania, Basilicata e Calabria. In Sardegna è presente dal 1978, in Lombardia è arrivato a giugno 2023. Ora il caso registrato in Veneto che spaventa il Friuli. In Germania i primi casi si sono riscontrati nel 2020 e, ancor prima, in Ungheria e Slovacchia. Il profilo genetico del virus isolato lungo la penisola italiana mostra somiglianza con quello circolante in Europa, mentre è completamente diverso dal virus sardo. Stando al Bollettino epidemiologico del ministero della Salute, da gennaio 2022 al 2 settembre 2023 sono risultati positivi alla Psa in Italia 1.031 cinghiali (con i numeri maggiori tra Piemonte e Liguria) e 609 suini, di cui 413 in provincia di Reggio Calabria e 189 in provincia di Pavia.

Ultimo aggiornamento: 17:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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