Crisi Acc: il commissario strappa ai fornitori altri quindici giorni di vita

Venerdì 28 Maggio 2021 di Eleonora Scarton
Da mesi i dipedenti Acc protestano, ma senza mai scioperare

BORGO VALBELLUNA - Piccolo miracolo all’Acc di Mel: dopo un difficile confronto tra il commissario straordinario Maurizio Castro e i fornitori e clienti dello stabilimento zumellese, arriva un accordo che consente all’Acc di sopravvivere fino al 15 giugno. Ma la sopravvivenza è ancora appesa ad un filo: quello che porta alla conversione dell’articolo 37 del decreto sostegni che potrebbe portare l’attesa liquidità nelle casse di Acc. Se così non sarà lo stabilimento è destinato a chiudere, assieme a tutti i piccoli miracoli messi in fila in questi mesi.
L’ANNUNCIO
Mercoledì mattina c’è stato un lungo incontro tra il commissario straordinario Maurizio Castro e le organizzazioni sindacali del territorio. «Nel corso dell’incontro – spiega Stefano Bona (Cgil) -, il commissario ci ha aggiornato sull’esito dei tavoli che ha tenuto con il sistema di fornitori e clienti che ruota intorno allo stabilimento. Tavoli che, lo ricordiamo, sono il frutto della manifestazione che abbiamo fatto a Venezia, sotto la sede della regione, e che ci ha portato anche ad incontrare il governatore Zaia». L’esito è stato positivo. «Il commissario – prosegue Bona – ci ha riferito che sono stati tavoli particolarmente difficili e complicati ma che hanno prodotto un risultato, ossia che Acc rimanga viva fino alla prima metà del mese di giugno. Le produzioni continueranno, a regime ridotto (attualmente si producono sugli 80mila pezzi), fino al 15/16 di giugno. È un risultato importante ottenuto grazie ai lavoratori e alla regione, che ha fatto la sua parte».
STIPENDI DECURTATI
Il momento resta difficile e, dopo la decurtazione del 15% degli stipendi dei mesi di marzo ed aprile, è previsto un decurtamento anche nel mese di maggio. Si parla del 30%. Le novità sono state rese note ai lavoratori ieri nel corso delle assemblee. «I lavoratori sono stanchi – afferma Bona -. Ma sono forti del fatto che se abbiamo ottenuto questo risultato è grazie al loro lavoro. I fornitori e i clienti hanno deciso di credere in Acc perché riconoscono la qualità del lavoro e dei prodotti che escono da questo stabilimento».
IL GOVERNO
Chiaramente avere qualche giorno in più è importante, ma non basta. «Una volta terminati questi giorni non ci restano altre soluzioni – afferma Michele Ferraro (Uil) -. Dovremo chiudere i cancelli ed andare al ministero del lavoro a chiedere la cassa integrazione straordinaria. Per tutti». Ora quindi tocca al ministro Giorgetti. Come spiega Mauro Zuglian (Cisl), «nel decreto sostegni approvato nei giorni scorsi è inserito l’articolo 37 che permetterebbe di dare liquidità ad aziende in amministrazione straordinaria come noi. Serve però che tale azione avvenga in tempi rapidi. E questo lo può fare solo Giorgetti». Lo stesso ministro che deve dire se nel futuro dell’Acc c’è ancora il progetto Italcomp oppure no. Insomma, la pressione dei lavoratori sull’Esecutivo rimane altessima. Chiaramente, lavoratori e sindacati non staranno con le mani in mano. Se il governo non si farà sentire entro pochi giorni si penserà a nuove mobilitazioni.
L’EUROPA
I sindacati si scagliano ancora una volta contro l’Europa. Quell’Europa che ha chiesto per quattro volte chiarimenti sulla richiesta del governo italiano di autorizzare l’aiuto di Stato (garanzia su un finanziamento di 12,5 milioni di euro a favore del sito produttivo di Mel) avanzata lo scorso tre agosto. «Quello che è sconcertante è che il governo non ha battuto ciglio. Non ha in nessun modo rivendicato il diritto e il dovere che ha nei confronti delle proprie aziende» dichiara Bona. E la storica rappresentante sindacale Nadia De Bastiani porta un esempio lampante, che è quello di Alitalia. «Lì il governo, giustamente, si è preoccupato ed è andato contro l’Europa dando ai dipendenti i soldi, ritenendo che non potessero stare senza uno stipendio. Perché per noi non vale la stessa cosa?».
IL FUTURO
Acc è in difficoltà. Nessuno lo nega. Ma, con i giusti investimenti, ha le potenzialità per tornare ad essere leader nel suo campo. «Molti giovani se ne stanno andando dall’azienda perché non vedono futuro e questo è un segnale pericoloso» afferma il rappresentante sindacale Maurizio Zatta che sottolinea inoltre che l’Acc può avere futuro anche, se necessario, diversificando le produzioni. Tra le idee, la produzione di compressori commerciali, o ancora di compressori elettrici.
 

Ultimo aggiornamento: 07:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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