De Bona: «Pressione sui ministri di Trichiana per salvare Acc e Ideal Standard»

Venerdì 30 Aprile 2021 di Eleonora Scarton
I lavoratori dell'Ideal Standard di Trichiana: 470 posti a rischio
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BORGO VALBELLUNA - La situazione della Ideal Standard di Trichiana precipita e se da una parte il Comitato di sorveglianza è costituito e pronto a riunirsi, dall’altra si chiedono azioni forti ai ministri trichianesi, Federico D’Incà e Daniele Franco. A chiederlo è uno dei decani della politica provinciale, Oscar De Bona, per 13 anni presidente della Provincia oltreché assessore regionale. De Bona non le manda a dire: «Il ministro D’Incà - suggerisce - dovrebbe minacciare le proprie dimissioni se le due vertenze (Ideal e Acc, ndr) del comune non vengono risolte a stretto giro». Le considerazioni arrivano all’indomani della notizia che dal 30 giugno sarà bloccata la produzione dei “no logo” e che l’azienda sta svuotando il marchio Ceramica Dolomite a favore del brand Ideal Standard. 
PRESA IN GIRO PER IL TERRITORIO
De Bona è rimasto sbalordito della notizia: «Se quanto affermato dai sindacati è la realtà, la situazione è davvero disastrosa. Si tratta di aziende storiche che hanno avuto fondi pubblici per nascere e che hanno visto il sacrificio dei lavoratori per fare degli investimenti. Se a distanza di pochi anni arrivano queste notizie la ritengo davvero una presa in giro per il territorio». De Bona infatti sottolinea: «Quando chiudi un marchio di questo tipo è come precludere all’azienda di proseguire con altri e credo che abbia ragione il sindaco ad essere preoccupato per i livelli occupazionali del territorio e anche delle possibili tensioni sociali». 
Per questo, secondo De Bona, è necessario aumentare la pressione e pretendere delle risposte. «Abbiamo due ministri a Borgo Valbelluna e su di loro bisogna puntare perché sono loro che possono dare delle risposte concrete». De Bona rincara la dose: «Se non riescono a fermare la deriva con due ministri del comune sarà ben difficile che lo possa fare un cittadino o il sindaco con il consiglio comunale. Per questo serve un segnale forte. Penso al ministro Federico D’Incà che vive a Trichiana: se fossi in lui minaccerei le dimissioni se non si risolvono velocemente queste due vertenze. Questa è un’azione di protesta che ti fa entrare nell’occhio della discussione».
L’INCONTRO DEL 5 MAGGIO
Il Consiglio di sorveglianza, nato sulla linea di quello creato per Acc, sarà a breve riunito. «Sono in costante contatto con i sindacati e il comitato è attivo nel senso che è stato costituito e istituzionalizzato – spiega il sindaco di Borgo Valbelluna Stefano Cesa -. L’idea è quella di aspettare il prossimo incontro tra sindacati ed azienda in programma il prossimo 5 maggio per poi, in accordo con la regione del Veneto, convocare il comitato e fare insieme un punto e capire se si sono fatti dei passi in avanti». Certo è che la situazione è preoccupante se davvero il marchio Ceramica Dolomite verrà svuotato. «Noi non ci faremo defraudare da quelli che sono stati decenni di impegno da parte dei lavoratori e del territorio, e non ci faremo portare via le aziende e i marchi ad esse collegate» dichiara con forza Cesa.
 

Ultimo aggiornamento: 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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