Salvataggio Acc, il ministro Giorgetti affossa il progetto Itacomp: «Serve un privato»

Venerdì 16 Aprile 2021 di Lauredana Marsiglia
Il presidio di Acc sotto la prefettura di Belluno è stato tolto ieri dopo l'incontro al Mise
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BORGO VALBELLUNA - Doveva essere il giorno della svolta per il futuro Acc unitamente all’ex Embraco di Riva di Chieri (To), ma alla fine ci è fermati ad una proposta che non lascia intravedere, per quanto valida, tempi rapidi di conversione in fatti. E le casse, a Mel, sono vuote tanto da aver tagliato stipendi e produzione, mentre a Torino stanno per partire le lettere di licenziamento per 400 lavoratori. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha indicato come soluzione la strada del “metodo Corneliani”, ovvero la storica azienda tessile di Mantova salvata dal fallimento grazie alla formula dell’investimento privato e pubblico nel capitale. La proposta è stata fatta ieri nel corso dell’incontro, in videoconferenza, con i presidenti delle Regione Veneto Luca Zaia e del Piemonte, Alberto Cirio. Alla riunione hanno partecipato anche gli assessori al lavoro delle rispettive Regioni, Elena Donazzan e Elena Chiorino. Non sarebbero stati invitati, invece, il ministro Federico D’Incà e la sottosegretaria Alessandra Todde che avevano ideato la public company.
A CACCIA DI INVESTITORI
Al centro l’idea di unire i due stabilimenti in un grande polo italiano del freddo in una nuova società “finora” chiamata Italcomp (nome mai pronunciato da Giorgetti) che però nella versione cambia l’ordine di grandezza dei soci: non più a prevalente capitale pubblico, che era la strada più facile per ottenere garanzie bancarie, bensì privato. «Quando si parla di persone che rischiano il lavoro - ha detto Giorgetti prendendo per mano il dossier Acc-Embraco - serietà e impegno sono le nostre parole d’ordine».
Il passo più importante sarà quello di provare ad individuare uno o più imprenditori che abbiano fiducia nel progetto industriale e accettino la scommessa. 
«Il momento è propizio - ha spiegato il ministro - perché ci sono le condizioni migliori possibili per imprenditori che volessero accettare la scommessa. Lo Stato mette a disposizione una serie di strumenti impensabili fino a poco tempo fa». Il ministro fa riferimento all’equity, cioè alla possibilità per i privati di entrare nel capitale come socio di maggioranza con lo Stato in minoranza, come fatto per Corneliani. A disposizione ci sono finanziamenti e condizioni agevolate anche per le aziende che intendono rientrare dall’estero.
RECOVERY PLAN
Zaia ha definito l’incontro «etremamente positivo», concordando sulla formula pubblico-privato quale strategia migliore per «un’azienda che è ancora capace di stare sul mercato. Unendo le forze con Giorgetti e Cirio - aggiunge Zaia - riusciremo a identificare quell’imprenditoria privata con idee e coraggio per entrare nel capitale sociale e affiancarsi alla parte pubblica». Gli strumenti a disposizione sono il Recovery Plan e Next Generation Eu. «È un impegno dovuto a tutti i lavoratori - conclude Zaia - ai quali troppe volte sono state prospettate soluzioni poi rivelatesi senza futuro». La Donazzan si è concentrata sulla ricerca di un partner industriale. «È stata condivisa - dice - la strategicità di un progetto che parli di produzione italiana in questo segmento importante per l’elettrodomestico che vede lo stabilimento di Mel perno fondamentale».
 

Ultimo aggiornamento: 08:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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